Joan Baez festeggia 80 anni il 9 gennaio imboccando con decisione la sua seconda carriera: dalla musica alla pittura. La regina del folk e della canzone di protesta sarà la protagonista virtuale di un ricevimento in
onore della mostra “Mischief Makers 2”, aperta dal 6 gennaio al 14 febbraio in una galleria di Mill Valley in California.
Le sue ballate folk, lo spirito popolare, i diritti civili e condanna per ogni forma di discriminazione: in piu’ di mezzo secolo di musica e militanza la Baez ha cantato tutto questo, diventando il simbolo di un momento storico e non solo la voce femminile più impegnata.
Padre di origine messicana, fisico e professore a MIT, madre scozzese, Joan aveva mosso i primi passi in musica alla fine degli anni ’50 ad Harvard Square. La prima a registrare canzoni di Bob Dylan, che aveva preso sotto la sua protezione e con cui aveva avuto una tormentata relazione sentimentale, Joan ha prestato la voce a brani iconici che hanno accompagnato le proteste contro il razzismo e la guerra del Vietnam.
Nel 1972, a Hanoi con una delegazione di pacifisti, rimase coinvolta nel “bombardamento di Natale” che per undici giorni tenne in ostaggio la capitale del Nord: a ricordo di quell’esperienza la traccia che da’ il titolo all’album del 1973 “Where Are You Now, My Son?” e’ un brano di 23 minuti punteggiato dai rumori delle esplosioni registrati da lei nel bunker del Metropole Hotel.
Di recente la Baez ha sostenuto le proteste contro l’invasione dell’Iraq, e’ salita sul palco con Nelson Mandela all’Hyde Park di Londra mentre il mondo ne festeggiava il 90/o compleanno, ha lottato contro la costruzione in Dakota dell’oleodotto nella riserva Sioux di Standing Rock.
Due anni fa l’annuncio dell’addio alla vita “on the road” con un ultimo album, “Whistle Down the Wind” e un una tourne’e internazionale intitolata “Fare thee Well” come nella ballata irlandese interpretata tra gli altri da Dylan, Pete Seeger e dai Grateful Dead. L’ultimo tour “formale”, con una tappa a Roma nell’agosto 2018, aveva lasciato aperta la possibilita’ di apparizioni occasionali e infatti, in piena pandemia, Joan aveva
dedicato all’Italia la sua versione di “Un Mondo d’Amore” di Gianni Morandi, individuando nel paese investito dalla furia del Covid “una fonte di ispirazione per tutto il mondo”.
Angela Tangorra