Laura Pausini si racconta in occasione dell’uscitra del suo nuovo singolo. Lei è la donna italiana che ha vinto sei World Music Awards, quattro premi al Festival di Vina del Mar, quattro Lo Nuestro Awards, un OGAE, un Grammy Award, quattro Latin Grammy Awards. Svariati Italian e Wind Music Awards, Festivalbar, Telegatti. E’ anche la prima donna a essersi esibita nello stadio di San Siro, la prima al
Circo Massimo.
Laura Pausini potrebbe aggiungere un altro traguardo importante: una nomination all’Oscar per la Miglior Canzone originale con Io si’ (seen), tema del film “The Life Ahead/La Vita Davanti A Se'”, che segna il ritorno davanti alla macchina da presa, dopo 10 anni, di Sophia Loren diretta dal figlio Edoardo Ponti. Il film sarà in sala il 3, 4 e 5 novembre e su Netfix dal 13 novembre.
Laura è emozionata solo al pensiero dell’Oscar e dice: “Non ci voglio neanche pensare che possa succedere. Perche’ se mi gaso e poi non vinco mi viene un crollone. Intanto festeggio la possibilita’ di nomination”.
La cantante ha voluto realizzare cinque versioni del brano che e’ stato proposto dai produttori all’Academy (oltre a quella in italiano scritta da Laura con Niccolo’ Agliardi – l’unica che si ascoltera’ nel film -, anche in inglese, francese, spagnolo e portoghese), racchiuse in un Ep, in uscita domani per Atlantic Warner.
“Io si’ (seen)”, prima collaborazione di Laura Pausini con Diane Warren che ha scritto la versione originale, (11 nomination agli Oscar, 1 Grammy Award, 1 Emmy Award, 1 Golden Globe) e primo inedito per la cantante dopo “Fatti Sentire”, e’ stata la chiave di svolta, dopo un periodo di crisi creativa. Racconta Laura: “Con il lockdown mi sono sentita persa. Invece di tirar fuori le mie inquietudini, mi sono chiesta se
interessasse a qualcuno che io cantassi ancora. Continuavo a rimandare il momento in cui iniziare ad ascoltare le oltre 500 canzoni arrivate. Poi e’ arrivata la proposta di Diane Warren. E ho capito perche’ finora avevo detto no ad altri progetti cinematografici: aspettavo di emozionarmi cosi’, di riconoscermi in un film che racconta di due persone, di incontri che possono cambiare la vita e possono salvarla. Ed e’ stato anche il momento giusto per collaborare con Dianne dopo anni che ci conoscevamo”.
Il progetto l’ha messa in contatto con la straordinaria Sophia Loren: “E’ un’emozione vedere in scena Sophia (che interpreta una sopravvissuta all’Olocausto che si prende cura dei figli delle prostitute, ndr) e poter apprezzare la sua generosita’ nell’interpretare una storia intensa, italiana e con un significato socialmente cosi’ importante e purtroppo ancora molto attuale. La prima volta che ci siamo incontrate era il 2003 e c’e’ sempre stata empatia tra noi. E’ materna, protettiva e di lei colpisce sempre il suo essere icona in tutto quello che fa. E’ la rappresentazione della donna italiana nell’immaginario degli stranieri”. Sophia Loren, rivela Laura Pausini, sara’ anche nel videoclip del brano.
Laura ha parlato anche della parita’ di genere senza pero’ invocare le quote rose. “Deve avere chi merita, che sia donna o uomo. E’ vero che ci sono delle disparita’, ma mi sembra che a volte si esagera un po’ su questa questione. Cio’ che si deve combattere e’ invece la violenza. Ed e’ quello che volevamo gridare con il concerto ‘Una, nessuna, centomila’, che e’ stato rimandato a giugno prossimo. La violenza e’ inaccettabile e purtroppo il lockdown non ha aiutato a combatterla”.
A proposito della crisi del settore della musica ha detto: “Viviamo nell’incertezza e ognuno di noi vuole proporre qualcosa per rimediare. Ci sono 570mila persone tra le maestranze e di certo non siamo noi cantanti a poterli aiutare da soli. Fedez ha proposto un fondo, ma credo sia il Governo a doversene fare
carico: con 600 euro a persona ci vorrebbero qualcosa come 350 milioni di euro. All’appello lanciato qualche tempo fa non abbiamo avuto risposto, ma la situazione e’ complicata. Non siamo noi cantanti ad aver bisogno di aiuto economico, ma i tecnici e solo lo Stato puo’ intervenire per tutelarli”. Perche’, sottolinea ancora, l’arte va salvaguardata: “e’ cio’ che ci caratterizza come Paese. L’arte salva: dove ci siamo rifugiati quando eravamo chiusi a casa? Nella musica, nel cinema, nei libri. Riguarda la cultura, ma soprattutto lo stato emozionale dell’essere umano”.
Angela Tangorra