Sempre più Comuni italiani rischiano di ritrovarsi sprovvisti di esercizi commerciali e in quelli più piccoli c’è il rischio che scompaiano i negozi alimentari. A lanciare l’allarme è Confesercenti, secondo cui in Italia si consolida il rischio della progressiva sparizione delle attività commerciali di vicinato nei centri urbani e nei piccoli Comuni.
Nel 2025, secondo l’associazione, 1113 Comuni italiani, circa uno su otto, sono del tutto privi di negozi alimentari, con quasi 650mila residenti privati del servizio. Altri 535 Comuni, per un totale di oltre 257mila abitanti, sono sprovvisti di supermercati, ipermercati e grandi magazzini. Sono invece 2130, per un totale di oltre due milioni di abitanti, i Comuni privi di un forno o di un panificio. Tra il 2014 e il 2024, sottolinea ancora Confesercenti, oltre 26 milioni di residenti hanno visto sparire una o più attività commerciali di base dal proprio Comune.
La situazione non migliora per quanto riguarda la vendita al dettaglio, di libri, giornali, articoli musicali, articoli sportivi, giochi, giocattoli e altro materiale correlato (cancelleria, arte, articoli da collezione). Questo tipo di attività, infatti, è completamente assente da 3248 Comuni, per un totale di quasi quattro milioni di abitanti. Evidente anche la crisi dei gestori di carburanti, la cui rete è ormai sparita da 3796 Comuni, con oltre sei milioni di residenti costretti a percorrere chilometri per fare rifornimento.
“Oggi fare impresa in Italia è una corsa a ostacoli”, ha sottolineato il presidente di Confesercenti, Nino Gronchi. “A fine 2025”, ha aggiunto, “il saldo negativo tra aperture e chiusure ammonterà a 23mila attività, quasi tutte imprese individuali”.
Vincenzo Murgolo
