Niente ristori alle famiglie dei medici morti per Covid. Lo fa sapere il presidente della Federazione ordini dei medici Filippo Anelli che spiega come non sia passato in Senato il subemendamento presentato dalla senatrice Maria Cristina Cantù, proposto insieme ad altri colleghi prima in legge di bilancio e poi in sede di conversione del decreto-legge 221/21 – proroga stato di emergenza e contenimento epidemia Covid-19. “La mancata approvazione è un’occasione persa. L’occasione di dimostrare gratitudine ai medici che hanno dato la loro vita per continuare a curare durante la pandemia. Invitiamo il Parlamento a una riflessione. Dispiace – afferma – che non si siano trovati i fondi per poter
dare un ristoro a queste famiglie che, in molti casi, sono anche rimaste prive dell’unica fonte di sostentamento e alle quali sono negati indennizzi Inail”.
“Il subemendamento 2.1500/32, – spiega Anelli – dopo aver incassato il parere contrario della Commissione Bilancio ai sensi dell’articolo 81 della Costituzione, è stato, durante la discussione in Aula, ritirato e riformulato come Ordine del
Giorno, accolto dal Governo”.
“I medici che hanno perso la vita soprattutto nelle prime fasi della pandemia, quando hanno combattuto a mani nude contro il virus, in un contesto in cui mancavano mascherine, guanti, i più elementari dispositivi di protezione, lo hanno fatto per i loro pazienti, per il loro Paese. E’ giusto – conclude Anelli – che ora il Paese riconosca il loro sacrificio, il sacrificio delle loro famiglie e provveda a quanti sono rimasti a ricordarli, sopportando, oltre al dolore della perdita, situazioni economiche anche drammatiche”.
Stefania Losito