Ha chiamato prima lui, poi, non avendo ricevuto risposta, ha insistito chiamando la sua mamma. “È da ieri che ripete ‘Mannaggia a me che avevo la vibrazione’ perché quando il Papa lo ha chiamato lui era in videocollegamento tramite Pc con una ragazza che stava aiutando in matematica, perché Saverio è bravissimo. E così non aveva la suoneria per non creare distrazioni. Per questo il Papa ha poi chiamato me. Io non ho capito più nulla quando ho sentito la sua voce e visto il suo volto”. E’ il racconto di Valentina, la mamma 39enne tranese di Saverio, 16 anni, malato oncologico, che ha ricevuto una videochiamata da Papa Francesco.
“Ha un nome orribile, tremendo, che faccio fatica a ricordare”, spiega la 39enne che ha lasciato il lavoro per accudire suo figlio ricoverato nel Policlinico di Bari. “Fa una chemio pesante ogni tre settimane, mentre ogni lunedì e giovedì altre cure ed esami”, spiega ancora la donna. “Ero in ospedale a Canosa da mio padre quando mi è squillato il cellulare – racconta – ho risposto e all’improvviso ho visto il Santo Padre. Lui sorrideva, mi ha benedetto facendo il segno della croce con la mano e mi ha detto: ‘Saverio guarirà, devi essere forte e non devi mollare. Poi, voglio conoscerlo’. Non ci
credo ancora sia successo a me”. Valentina ha una grande fede “e ora possiamo contare anche sulle preghiere del Santo Padre”. “Ho pianto e balbettavo durante la videochiamata, mi sono venute le macchie rosse sul collo, le gambe mi tremavano, mi sudavano le mani: incredibile”, continua. “Vorrei trasmettere coraggio e forza a Saverio, so che non dobbiamo mollare e ora con il Papa dalla nostra parte so che abbiamo un grande aiuto”, conclude.
A rendere possibile questo contatto sono stati don Enzo De Ceglie e don Dino Cimadomo che, lo scorso 24 dicembre, hanno inviato una lettera al Santo Padre. “È stata una nostra iniziativa, una piccola follia perché Saverio fa parte di questa comunità parrocchiale – racconta – e da quando è ricoverato Policlinico di Bari ognuno di noi fa tutto ciò che può per stargli vicino: gli amici, i compagni di scuola, noi della parrocchia. Anche il nostro vescovo (mons. Leonardo D’Ascenzo, arcivescovo di Trani- Barletta – Bisceglie, ndr), ha voluto incontrarlo in ospedale. Per questo abbiamo deciso di raccontare la sua situazione al Pontefice inviandogli una lettera. Non ci aspettavamo che mostrasse la sua vicinanza così e in così breve tempo”.
“La nostra è stata una pazzia – conclude don Enzo – e la risposta del Pontefice ci ha sorpreso. È un incoraggiamento per
tanti ragazzi e bambini che vivono situazioni analoghe a quella di Saverio che sono davvero difficili”.
Stefania Losito