Avrebbe pagato l’allora dirigente della Protezione civile pugliese, Mario Lerario, con 35mila euro per ottenere in cambio nove appalti dell’importo complessivo di 2. 283mila euro tra il 2019 e il 2021. Ai domiciliari sono finiti l’imprenditore 56enne Antonio Illuzzi e il funzionario 50enne Antonio Mercurio, che avrebbe falsificato gli atti su lavori eseguiti dall’imprenditore edile. Sono accusati, a vario titolo, di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. E’ in corso anche il sequestro dei beni per 80mila euro nella disponibilità delle due persone arrestate e del dirigente non raggiunto da misura cautelare.
L’esecuzione dell’ordinanza è l’epilogo delle indagini che nel 2021 portarono all’arresto dell’allora dirigente Lerario e di altri due imprenditori pugliesi per presunta corruzione nell’esercizio della funzione. Sarebbe emerso il presunto pagamento a Lerario di 35.000 euro da parte dell’imprenditore Illuzzi, risultato aggiudicatario di nove appalti dalla Sezione Provveditorato Economato, con atti a firma dell’ex dirigente e del funzionario della Regione Pugliae, negli anni 2019, 2020 e 2021, per un importo complessivo di oltre 2.283.000 euro.
In particolare, le indagini avrebbero scoperto che quegli appalti sarebbero stati affidati contravvenendo alla normativa di settore mediante il loro frazionamento artificioso e senza rispettare il principio di rotazione degli operatori economici.
Inoltre, il raffronto tra le offerte oggetto dell’aggiudicazione degli appalti ai soggetti economici riconducibili all’imprenditore e le relative liquidazioni da parte della Regione Puglia (a fronte delle fatture emesse) avrebbe permesso di rilevare la presenza di pagamenti di somme superiori a quelle oggetto di aggiudicazione, per oltre 45.000 euro, senza che – negli atti amministrativi ne’, tantomeno in altra documentazione esibita o reperita – ci sia una giustificazione.
Le attività investigative avrebbero fatto emergere anche l’ulteriore ipotesi di falsità materiale in atti pubblici che sarebbe stata commessa, in concorso, dall’ex dirigente e dal funzionario della Regione , in quanto i due pubblici ufficiali, in un atto dirigenziale dell’agosto 2021 per 135.750 euro, che riguardava ‘Interventi di riqualificazione impiantistica di parte dei locali tecnici presso la sede della Presidenza della Giunta regionale in Bari’, avrebbero attestato fittiziamente che l’intera somma era relativa ai lavori indicati nel medesimo atto, pur riferendosi – per 103mila euro – a lavori eseguiti in precedenza dallo stesso imprenditore edile presso il Palazzo dell’Agricoltura di Bari.
Stefania Losito