I ministri degli Esteri dell’Unione Europea hanno condannato l’escalation del conflitto in Ucraina da parte della Russia e l’annuncio della mobilitazione militare parziale e hanno concordato di preparare nuove sanzioni. Lo ha comunicato l’Alto Rappresentante degli Affari Esteri, Josep Borrell, che ha spiegato che questo pacchetto di sanzioni interesserà nuovi settori dell’economia russa, tra cui quello tecnologico. I ministri degli Esteri, infatti, si sono riuniti in un consiglio straordinario a New York, a margine della 77esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Borrell ha precisato inoltre che l’Ue “continuerà ad aumentare il supporto militare all’Ucraina e si studierà una nuova lista di individui”.
Intanto, all’Assemblea Generale dell’Onu, sono arrivati i commenti dei leader occidentali. La premier britannica Liz Truss ha annunciato che Londra manterrà il sostegno militare a Kiev “fino a quando l’Ucraina non avrà trionfato”.
Il presidente del consiglio Mario Draghi ha affermato: “Questo è un momento in cui l’unica risposta possibile è unire i nostri sforzi alle Nazioni Unite. Mi ha colpito come in questi giorni, durante l’Assemblea generale, molti discorsi abbiano citato la carta dell’Onu. Firmarla è stata una delle cose miglior che l’umanità abbia mai fatto. Questa istituzione dovrebbe avere sempre un ruolo guida”. La first lady ucraina, Olena Zelenska, ha ringraziato il premier Mario Draghi per il sostegno per il suo discorso.
Durante l’Assemblea è intervenuto in collegamento video anche il presidente ucraino Zelensky: “L’Ucraina vuole la pace, il mondo vuole la pace, solo uno vuole la guerra ed è contento di questa guerra”, ha detto riferendosi a Putin. Zelensky, che ha ricevuto una standing ovation, chiede che Mosca subisca una “punizione giusta” e che le venga tolto il diritto di veto nel Consiglio di Sicurezza. Ha chiesto inoltre l’istituzione di un Tribunale speciale per processare i “crimini” commessi dai russi.
L’Ucraina, intanto, ha annunciato che 215 cittadini ucraini e stranieri sono stati rilasciati dalla Russia in uno scambio di prigionieri avvenuto in Turchia. Tra questi anche cinque comandanti che per settimane hanno difeso l’acciaieria Azovstal di Mariupol e dieci 10 persone provenienti da Stati Uniti, Gran Bretagna, Marocco, Svezia e Croazia che hanno combattuto a fianco degli ucraini. Alla Russia sono stati “restituiti” l’oligarca ucraino filorusso Viktor Medvedchuk e altri 55 soldati.
Michela Lopez