Luigi, il bambino di pochi giorni lasciato nella culla termica della parrocchia di San Giovanni Battista a Bari domenica scorsa, “sta benissimo, ma era stato tenuto in ottime condizioni anche nei giorni precedenti”. A confermarlo in una intervista a Radionorba è il professor Nicola Laforgia, primario del reparto di Terapia intensiva neonatale del Policlinico, nominato tutore legale del bambino dal Tribunale per i Minorenni. La storia del bimbo, trovato con accanto un biglietto dei genitori (“Papà e mamma ti ameranno sempre”) ha commosso l’Italia intera, tanto che sia nell’ ospedale in cui è stato ricoverato, sia nella chiesa del quartiere Poggiofranco, sono arrivate decine di telefonate per chiedere informazioni sull’affido o per aiutare i genitori. A raccontarlo, anche lui intervistato da Radionorba, è il parroco di “San Giovanni Battista”, don Antonio Ressa. “Chiamate sono arrivate da tutta la Puglia, dalla Basilicata, ma anche dal resto d’Italia, compresa quella di un imprenditore di Brescia che si è offerto di aiutare la famiglia per alcuni mesi”. Don Antonio ripercorre quei momenti, ancora emozionato: “Eravamo in sagrestia in attesa della messa quando il mio telefono, collegato al sistema della culla, ha cominciato a squillare. Ho provato una gioia immensa a vedere il bambino ma nello stesso tempo anche un’ansia che non riesco a descrivere. Questo bimbo è il segno di un mondo che sta rinascendo dopo il covid che ci ha costretti a rimanere a distanza. Quello che potrebbe sembrare un abbandono non lo è. E’ una consegna, proprio perché forse c’è bisogno di unire tanti cuori”. Il parroco non condanna il gesto, anzi: “Dobbiamo immedesimarci un attimo in questa famiglia e lasciarla stare in pace. Nessuno di noi è chiamato a giudicare. Dobbiamo pensare che hanno fatto una scelta difficile che forse non avrebbero mai voluto fare ma che hanno pensato, anche perché lo hanno lasciato subito prima della messa per essere sicuri che fosse trovato. La comunità parrocchiale è pronta comunque ad aiutare i genitori in tutto e per tutto, qualora si dovessero ripresentare, anche in forma anonima. La legge dice del resto che non è un abbandono, è una consegna”.
A rassicurare i genitori è anche il professor Laforgia: “Chi lo ha lasciato in quella culla termica sapeva che avrebbe avuto una immediata assistenza e un futuro. Non è un abbandono ma un affido di chi evidentemente ha avuto alle spalle una situazione tale da arrivare a fare questa scelta su cui non voglio entrare. Il messaggio che ritengo sia utile continuare a diffondere è che se qualcuno dovesse trovarsi nell’estrema difficoltà di non poter assicurare un futuro al proprio figlio, può partorire in ospedale nella massima riservatezza e nell’anonimato totale perché questo consente a mamma e bambino di avere un parto in sicurezza e al neonato di essere accudito come si deve. Luigi è stato fortunato ed è arrivato in ottime condizioni ma in altre situazioni ci sono stati seri problemi per mamma e bambino”. Infine Laforgia scherza sulla nomina a tutore di Luigi: “Se io sono il secondo papa’ di Luigi e don Antonio è il primo vuol dire che io e don Antonio siamo una coppia di fatto!”. “Si” ride don Antonio “è così anche se rischio di finire dinanzi al Sant’Uffizio, ma per Luigi…”
Mauro Denigris
IL RITROVAMENTO DEL PICCOLO LUIGI. DON ANTONIO: “LA COMUNITÀ È PRONTA AD AIUTARE I GENITORI SE LO VORRANNO”
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