Anche la rivista Nature condanna l’aggressione russa ed è solidale all’Ucraina, ma non condivide l’invito di parte della comunità scientifica a rifiutare studi e articoli di ricercatori russi. La rivista fa sapere nel suo sito che continuerà a pubblicarli perché il boicottaggio può “fare più male che bene” e prestare attenzione per “non lasciare che la guerra ci divida”.
L’articolo sottolinea che i ricercatori ucraini sono tra coloro che soffrono e molti hanno scelto anche di prendere le armi per difendere il Paese; rileva inoltre che la comunità internazionale si è mobilitata per offrire un sostegno, ad esempio attraverso la Global Young Academy (Gya) e il Council for At-Risk Academics (Cara), nel Regno Unito. “Il governo russo
sta giustamente affrontando severe sanzioni finanziarie, economiche e commerciali, che si stanno estendendo alla ricerca e all’istruzione superiore”.
“Dato l’orrore di cio’ che sta accadendo in Ucraina – si legge nell’articolo – tali appelli (a non considerare gli scienziati russi, ndr) sono comprensibili. Ma Nature, in comune con molte altre riviste, continuerà a considerare gli articoli di ricercatori di ogni parte del mondo. Questo perché pensiamo che in questo momento dividerebbe la comunità di ricerca globale e limiterebbe lo scambio di conoscenze accademiche”.
Stefania Losito