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Sanremo, namastè alè

Il vincitore, gli eliminati illustri, Maria de Filippi, Diletta Leotta. Il dopo Sanremo 2017 gira attorno a questi argomenti.
IL VINCITORE
Il giorno dopo l’ultima serata tutte le canzoni, soprattutto quelle eliminate, sembrano più belle. Intanto le riascoltiamo in playback o riprodotte e non dal vivo, poi perché la musica spesso inganna, c’è quella che ci colpisce subito e quella che riscopriamo in un secondo momento. Le tre giurie di Sanremo ne scelgono tre e ne condannano solo una, quella che vince. Si tratta effettivamente di una condanna perché puntualmente tutti diranno di lì a poco che c’era quell’altra canzone che era decisamente migliore e così via. Vince Gabbani? Ma non meritava la Mannoia? E Meta dove lo mettiamo? Noo…Paola Turci quinta? E così spesso chi vince poi si perde per strada e chi arriva per ultimo spacca e diventa un classico, come Zucchero o Vasco Rossi. La verità è che la sentenza di Sanremo è come quella di un tribunale: si rispetta anche se si puo’ criticare.
Quest’anno ha vinto Gabbani, viva Gabbani.
GLI ESCLUSI ILLUSTRI
Gli esclusi illustri, come Al Bano, D’Alessio, Ron e Ferreri (della quale pochi stanno parlando) sono assolti, anzi sono ingiudicabili. Gli eliminati dai giudici di Sanremo saranno le vittime e se, come in questo caso, sono illustri, saranno quelli che, come sostiene Malgioglio, potevano anche starsene a casa. Al Bano, D’Alessio, Ron cosa devono dimostrare? Hanno vinto tutto, hanno vinto il grande concorso della vita artistica, sono già nel libro di storia della musica italiana. Si sottopongono a un giudizio di una giuria, quella di qualità, che appartiene ad altri generi musicali e ad altre età. Al Bano non è giudicabile da nessuna giuria. D’Alessio lo stesso. Prendessero esempio da Laura Pausini: perché mai dovrebbe partecipare a Sanremo da concorrente? E poi Ron. Ha fatto un disco per raccogliere fondi a favore della ricerca sulla Sla: poteva tranquillamente partecipare come ospite e parlare dell’iniziativa. Che senso ha entrare nell’Ariston facendo concorrere una bella canzone che è anche una buona causa? Il vincitore, Gabbani, merita poche parole: è una bella e profonda canzone su un occidente e sugli occidentali in declino. Ma è anche una canzone leggera. Il ragazzo è intelligente e lui stesso l’ha definita “profondamente leggera”. Certo non era facile creare un’altra canzone con tormentone dopo il successo di “Amen”, la canzone che gli dette la vittoria lo scorso anno tra le nuove proposte. Una sola raccomandazione gli facciamo: a breve produca qualche altra canzone e trovi la sua strada musicale, non ci faccia aspettare il prossimo Sanremo.
MARIA DE FILIPPI
Sul fronte dello spettacolo televisivo il tema è la presenza di Maria De Filippi come coconduttrice. La scelta è stata quella giusta? Certamente, del resto basta che funzioni il conduttore principale, che negli ultimi anni è anche il direttore artistico, e tutto va per il meglio. La De Filippi non doveva mostrare gambe, farfalline o altro di fisico perché ha una sua dignità artistica e televisiva. In più è la regina del primo talent della tv dal quale escono artisti che passano da Sanremo. Di fatto è lei che durante l’anno conduce un Sanremo continuo (la stessa cosa fanno The Voice e X Factor che non si identificano con un conduttore in particolare). La De Filippi quindi era ora che mettesse piede sul palco della musica che lei stessa sta alimentando. Inoltre è anche lei ormai nell’elenco dei classici televisivi come Conti, Baudo, il marito Costanzo, Giletti, D’Urso, Carrà, Fiorello e molti altri: sono nomi e marchi di qualità sicuri, qualsiasi cosa facciano, anche se devono solo presentare il titolo della canzone, l’autore e “dirige l’orchestra…”. Tutti d’accordo che il suo passaggio su quel palco che le ha fatto tanta paura prima di cominciare nella serata di debutto, come lei stessa ha detto, ha segnato la svolta nella conduzione del festival. Maria De Filippi ha indubbiamente contribuito a portare al festival un linguaggio nuovo e chi lo condurrà il prossimo anno dovrà per forza tenerne conto.
DILETTA LEOTTA
Se sei come loro non ti servono farfalline. E comunque lo spettacolo esige sorrisi, lacrime, solidarietà, eroi, dolore e un po’ di pelo. Quest’ultimo lo ha mostrato, o fatto immaginare fermandosi al muscolo inguinale, la giornalista Diletta Leotta, vittima degli hacker che le hanno rubato foto dal telefonino facendole girare nella rete. Foto del suo corpo, roba privata. Questione seria. Leotta ha 25 anni e mai sarebbe salita sul teatro Ariston di Sanremo, cosa criticata dalla conduttrice Caterina Balivo e dalla giornalista Paola Ferrari con tweet abbastanza acidi da far nascere una polemica durata per giorni sui social e in tv. Diletta è stata invitata per parlare del dramma di vedere foto di momenti privati rubate e mostrate a tutto il mondo. Ma a Sanremo cosa doveva mostrare a milioni di italiani? Come rendere indimenticabile la sua comparsa? E’ la legge dello spettacolo, bellezza, e se ci sai fare c’è “per tutti un’ora d’aria, di gloria”. Namastè alè.

Maurizio Angelillo

Angela Tangorra

Musica & Spettacolo

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