Quasi 3 milioni e 800 mila bambini e adolescenti tra 0 e 19 anni in Italia vivono nelle 14 città metropolitane e in maggior parte nei quartieri svantaggiati e privi di spazi, stimoli e opportunità per crescere. Su 114 municipi dei Comuni principali, 33 presentano fattori di svantaggio più elevati. Nelle stesse zone, 240 istituzioni scolastiche a rischio “dimensionamento”. Sono i principali dati del nuovo rapporto di Save The Children ‘Fare Spazio alla Crescita’ in occasione del lancio della nuova campagna di sensibilizzazione “Qui vivo”, che vuole mettere al centro dell’attenzione i bambini, le bambine e gli adolescenti che vivono nelle periferie geografiche, sociali ed educative nel nostro Paese. In città metropolitane del Sud Italia quali Catania, Palermo e Messina più della metà dei contribuenti ha un reddito inferiore ai 15mila euro annui.
La concentrazione di cittadini con redditi bassi è tuttavia elevata anche nel Centro e Nord Italia (per esempio, Roma 38,8%, Venezia 36,9%). In queste città, le aree urbane caratterizzate da una maggiore privazione socioeconomica sono spesso anche quelle con meno spazi adeguati alla crescita dei minori. Anche se le condizioni abitative inadeguate riguardano un numero significativo di minori in tutto il Paese, dove 2 su 5 vivono in un’abitazione sovraffollata e
tra le famiglie con almeno un figlio minore c’è chi vive in case danneggiate (9,2%), con umidità (13,7%) o scarsa illuminazione (5,4%), tra i quasi 13 mila minori che sono senza casa o fissa dimora, 2 su 3 si concentrano nelle città metropolitane, dove si registra anche il 45% di tutti i provvedimenti di sfratto.
Le città metropolitane si distinguono in negativo anche rispetto alla scuola, dove la percentuale di edifici scolastici senza certificato di agibilità raggiunge il 70% (62,8% la media in Italia), ma dove anche la presenza di uno spazio collettivo, mensa, palestra, aule tecniche o informatiche risulta inferiore alla media del Paese, già segnata da pesanti carenze: manca una palestra in 3 scuole su 5, uno spazio sociale comune in più di una su tre, e aule tecniche e informatiche sono un sogno per almeno la metà degli studenti minorenni di ogni ordine e grado. In 8 città metropolitane, inoltre, l’accesso al tempo pieno nella scuola primaria è significativamente inferiore alla media
nazionale pari al 38%, con le punte in negativo di Palermo (6,5%), Catania (9,5%) e Reggio Calabria (13,7%), mentre in
quella secondaria di I grado le città sotto la media (13,3%) sono 9, con Bari, Bologna, Venezia, Roma e Napoli che non
superano il 5%.
Stefania Losito