Evitare il più possibile il ricorso alla didattica a distanza. È l’obiettivo del documento preparato dai ministeri della Salute e dell’Istruzione e dall’Istituto superiore della sanità per cambiare le regole della quarantena a scuola. Manca ancora il via libera delle Regioni, atteso per la prossima settimana, ma il testo è in dirittura d’arrivo come confermato dal sottosegretario alla Salute, Andrea Costa.
Con le nuove regole non scatterebbe immediatamente lo stop delle lezioni in presenza. In caso di positività di un alunno tutti i compagni di classe sarebbero sottoposti a tampone e, laddove fossero tutti negativi, proseguirebbero le lezioni in presenza. I test verrebbero poi ripetuti dopo cinque giorni , in caso di ulteriore positività, per gli alunni non vaccinati scatterebbe la didattica a distanza, mentre quelli vaccinati resterebbero in classe. Laddove le positività salissero a tre, scatterebbe la quarantena di dieci giorni per gli alunni non vaccinati e di sette per i vaccinati. Per gli studenti di età inferiore ai 12 anni la quarantena scatterebbe per tutti dopo due positività, mentre nelle scuole dell’infanzia e negli asili nido l’isolamento scatterebbe subito. Tra i sindacati della scuola il maggiormente perplesso è lo Snals. “Le quarantene troppo ridotte non ci convincono, temiamo una trasmissione troppo veloce del virus”, ha sottolineato la segretaria, Elvira Serafini.
Intanto, secondo Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, il virus in Italia ha ripreso a circolare, ma al momento l’impatto sugli ospedali è contenuto. Per proseguire lungo questo trend, ha poi aggiunto, è necessario insistere nelle vaccinazioni, soprattutto per gli over 50 non ancora immunizzati, accelerare la terza dose per over 60 fragili, over 80, ospiti delle Rsa e operatori sanitari e continuare a utilizzare la mascherina al chiuso, evitare assembramenti e insistere sul contact tracing e sulla gestione del focolaio.
Vincenzo Murgolo