La paura di perdere il sostegno del reddito di cittadinanza fa salire la tensione. Sotto pressione soprattutto i servizi sociali dei Comuni per l’aumento di richieste dalle famiglie per ottenere una presa in carico che consenta di riottenere il beneficio. Salgono le proteste, soprattutto nelle regioni del Sud. L’Anci ha lamentato soprattutto “problemi tecnici che causano lo scarto temporale tra il momento in cui viene revocato il reddito di cittadinanza e l’effettiva verifica sugli aventi diritto e delle difficoltà ad avere tutti i dati necessari per redigere gli elenchi dei nuclei familiari fragili”. “Il governo non può lasciare i Comuni da soli”, ha dichiarato il sindaco di Bari e presidente dell’Anci, Antonio Decaro. Le famiglie che hanno avuto il reddito di cittadinanza sospeso, secondo indicazioni riportate sui siti del ministero del Lavoro e dell’Inps, saranno prese in carico dai servizi sociali entro il 31 ottobre e riavranno l’assegno fino a dicembre con gli arretrati.
Opposizione e sindacati, intanto, vanno all’attacco del governo. “Chiediamo all’esecutivo di riferire al più presto”, ha affermato la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein. Il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ha assicurato di non voler fomentare la protesta, sottolineando però la necessità di un intervento in Consiglio dei ministri per “rimediare a una sciagura”. “Sto facendo del mio meglio”, è invece la difesa della premier Meloni.
Vincenzo Murgolo