Da Italia Turchia al titolo del ‘68, un torneo mai banale per l’Italia. Finalmente si parte
La formazione titolare dell’Italia, questa sera contro la Turchia,
Donnarumma, Florenzi, Bonucci, capitan Chiellini, Spinazzola; a centrocampo Barella, Jorginho e Locatelli; in attacco Berardi, Immobile e Insigne.
La storia ripropone Italia Turchia al debutto degli europei. Era già accaduto nel 2000 in un torneo per noi memorabile, seppur dall’epilogo triste. Di quella nazionale facevano parte Totti, Del Piero, Toldo, Del Vecchio, Inzaghi, Nesta e tante altre firme prestigiose del calcio italiano, con la panchina affidata nelle mani sapienti di Dino Zoff, c.t amato dai tifosi, meno dai dirigenti.
L’avvio è fulmineo, subito un convincente 2 – 1 contro i turchi. Gol di Pippo Inzaghi e Antonio Conte. L’ex c.t questa mattina ha voluto rendere omaggio riproponendo sulla pagina Instragram le sequenze. Discesa a destra, cross al centro, la palla rimbalza sulla gamba di un avversario e Conte, come un avvoltoio, punisce la retroguardia in rovesciata. Un gol da vedere e rivedere. Il resto è per cuori forti, la trama perfetta di un film da oscar. L’Italia vola, supera in semifinale l’Olanda, in inferiorità numerica. E’ una serata magica: Toldo para tutto, anche due rigori in 120 minuti. L’uomo in più degli Orange si sente, ma il muro resiste. Si va ai rigori e Totti si esalta. Beffa Van der Saar con il cucchiaio, immagine di classe e coraggio, forse un po’ irriverente mentre sorride beffardo e torna a centrocampo. In finale, la favola evapora quando Del Piero, solo davanti a Bartez, con il destro manca la porta. L’Europeo è dei francesi. Delusione e pubbliche accuse. L’allora premier Silvio Berlusconi attacca Zoff. Il c.t non entra in polemica e si dimette.
Ma l’Europeo è anche una catena di aneddoti fortunati. Siamo nel 1968, l’anno delle lotte, degli ideali, delle rivoluzioni, del conflitto in Vietnam e della primavera di Praga. E’ in questo contesto che l’Italia di Valcareggi, Albertosi, Riva, Mazzola, Rivera, Burgnich, Facchetti, Prati e Anastasi conquista l’unico titolo continentale per nazioni. Allo stadio San Paolo di Napoli, la dea bendata aiuta l’Italia, in semifinale contro la Russia. Squadra che pratica un calcio poco tecnico, ma aggressivo. Le occasioni scarseggiano. Finisce 0 – 0. Il regolamento non prevede i rigori. Si adotta lo spietato lancio della monetina, negli spogliatoi, lontano da tutti e da qualche soffio di troppo che potrebbe alterare il sorteggio. Facchetti sceglie testa. Torna in campo ed è festa. L’Italia resta in gioco. La prima finale contro la Jugoslavia finisce 0 – 0. Gara da ripetere. Nel secondo match vince 2 – 0 ed è Campione d’Europa.
Michele Paldera