Comitato avvia rete di assistenza medica. Mobilitati anche i commercianti italiani dell’isola
Costretti in albergo (seppur a quattro stelle), in quarantena, in un Paese straniero con poca acqua e pochissimo cibo. A denunciare la situazione dei circa 120 giovani studenti italiani (fra i quali una decina di pugliesi) costretti a Malta a rimanere in isolamento forzato è il Comitato Cura Domiciliare Covid 19. “Il numero di contagiati è salito, alcuni ragazzi spiegano di ricevere solo due bottigliette di acqua al giorno ma niente cibo” spiega l’avvocato Erich Grimaldi, presidente del Comitato a cui si sono rivolti i genitori per ricevere assistenza. “Non abbiamo cibo, per favore ricaricatemi il cellulare”, è il messaggio inviato da un giovane di Tricase (Lecce) alla madre. Il figlio, spiega, “ha la tosse e mal di gola, non è stato visitato e l’albergo si è rifiutato di portare in camera una cena aggiuntiva che aveva ordinato on-line insieme ai suoi compagni di stanza”. Inoltre, ha proseguito la donna, “l’acqua non è potabile e l’hotel fornisce solo una bottiglietta da 250 ml a testa che ovviamente non è sufficiente per tutta la giornata”. Il Comitato Cura Domiciliare Covid-19 si è attivato con un medico volontario, come spiega la stessa mamma del giovanissimo, “ha già fatto una ricetta per alcuni farmaci, ma se la reception dell’albergo non glieli consegna non sappiamo come farglieli arrivare”. Altri ragazzi hanno fatto sapere, però, di star bene e godono dell’assistenza dell’Ambasciata. Anche i tour operator si sono attivati, dopo i primi giorni di disagio, per aiutare i ragazzi e sostenere le spese di soggiorno. Nei giorni scorsi diversi commercianti italiani che vivono nell’isola hanno avviato una gara di solidarietà per non far mancare cibo e beni di prima necessità agli studenti.
Mauro Denigris