Sono rientrati in Italia con un aereo dell’Aeronautica militare gli 83 italiani e 13 cittadini stranieri in fuga dalla guerra in
Sudan. A Ciampino il ministro degli Esteri Tajani.
In due giorni sono stati 21 i voli per i Paesi dell’Ue. “La violenza in Sudan può inghiottire l’intera regione”, ha detto il segretario generale dell’Onu Guterres.
Un cessate il fuoco di 72 ore mediato dagli Stati Uniti, intanto, è entrato in vigore oggi in Sudan, dopo che 10 giorni di combattimenti sono costati la vita a centinaia di persone e scatenato un esodo di massa di stranieri e di profughi.
Le forze armate sudanesi (SAF) e le forze di supporto rapido (RSF) hanno concordato il cessate il fuoco “a seguito di intensi negoziati”, ha affermato il segretario di Stato Blinken poco prima che la tregua entrasse in vigore dalla mezzanotte. Le precedenti offerte di tregua erano fallite, ma ora entrambe le parti hanno confermato di aver concordato la sospensione di tre giorni.
“Questo cessate il fuoco mira a stabilire corridoi umanitari, consentendo a cittadini e residenti di accedere a risorse
essenziali, assistenza sanitaria e zone sicure, evacuando anche le missioni diplomatiche”, hanno twittato i paramilitari del RSF.
In una dichiarazione su Facebook, la SAF ha affermato che rispettera’ anche il cessate il fuoco a condizione che lo
facciano i suoi rivali.
Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha avvertito in precedenza che il Sudan e’ “sull’orlo dell’abisso” e che la violenza “potrebbe travolgere l’intera regione e oltre”.
I combattimenti hanno contrapposto le forze fedeli al capo dell’esercito Abdel Fattah al-Burhan a quelle del suo ex vice
Mohamed Hamdan Daglo, che comanda l’RSF. L’RSF e’ nato da una costola dalla milizia Janjaweed che l’allora presidente Omar al-Bashir scateno’ in Darfur.
Stefania Losito