Il presidente eletto degli Usa, Donald Trump, ha sentito telefonicamente il presidente russo Vladimir Putin per discutere della guerra in Ucraina. Il Washington Post fa risalire la telefonata a giovedi scorso, due giorni dopo i risultati elettorali negli Stati Uniti. Secondo il quotidiano, Trump ha consigliato allo “zar” di evitare l’escalation in Ucraina ricordandogli la massiccia presenza militare americana in Europa e invocando “una rapida risoluzione della guerra”.
Trump aveva fatto sapere di aver già parlato, nelle 48 ore succesive alle elezioni, con 70 leader mondiali, tra cui il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in una chiamata a cui ha partecipato anche Elon Musk. Le telefonate non sarebbero state svolte con il supporto del Dipartimento di Stato e degli interpreti del governo statunitense. Il team di transizione di Trump diffida dei funzionari di carriera del governo.
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, aveva detto ai giornalisti – a caldo – che Putin non aveva intenzione di chiamare il presidente eletto di “un Paese ostile, direttamente e indirettamente coinvolto in una guerra contro il nostro Stato”. Poi Putin si è pubblicamente congratulato con Trump per la vittoria, lodando la sua “risposta virile” al tentato assassinio in Pennsylvania e dicendosi “pronto” a parlare con lui, come quindi poi è avvenuto.
Eppure, nella notte appena trascorsa, sono almeno 6 i morti e oltre 20 i feriti in attacchi russi su Mykolaiv e Zaporizhzhia, con l’allerta antiaerea scattata in quasi tutta l’Ucraina. Le forze russe hanno impiegato in Ucraina in 24 ore un record di 145 droni, soprattutto kamikaze Shahed iraniani, causando danni e feriti. Le difese aeree di Kiev – hanno annunciato i militari – ne hanno abbattuti 62: altri 67 risultano dispersi, 10 hanno lasciato lo spazio aereo ucraino in direzione di Moldavia, Bielorussia e Russia. In una settimana sono 600 i droni lanciati all’assalto, ha denunciato il presidente Volodymyr Zelensky. Sull’altro fronte, i russi annunciano la distruzione di 70 velivoli, oltre la metà nella regione di Mosca – anche questo un record – che hanno causato feriti e la chiusura per diverse ore degli scali della capitale.
Eppure Mosca manda messaggi distensivi. La volontà di Donald Trump di arrivare a un accordo che porti alla pace in Ucraina indica che “i segnali sono positivi”, ha detto il portavoce del Cremlino. “È difficile dire cosa succederà,” ha precisato, ma il presidente eletto “non parla di scontro, non dice di voler infliggere una sconfitta strategica alla Russia, e questo lo distingue favorevolmente dall’amministrazione in carica”.
Tra i primi atti del governo Trump, c’è l’annuncio sulla piattaforma Truth del ritorno di Tom Homan alla guida dell’agenzia Usa responsabile per il controllo delle frontiere e dell’immigrazione Ice. “Sono lieto di annunciare che l’ex direttore dell’Ice e pilastro del controllo delle frontiere, Tom Homan, entrerà a far parte dell’amministrazione Trump dove sarà responsabile dei confini del nostro Paese (‘Lo zar del confine’)”, ha scritto il
tycoon sul suo social network. “Conosco Tom da molto tempo e non c’è nessuno più bravo di lui nel sorvegliare e controllare i nostri confini”, ha aggiunto Trump affermando che Homan sarà responsabile di “tutte le deportazioni di immigrati clandestini nel loro Paese di origine”. Il tycoon ha promesso di lanciare il primo giorno della sua presidenza la più grande operazione di deportazione di immigrati clandestini nella storia degli Stati Uniti. Ha ripetutamente inveito contro gli immigrati irregolari durante la sua campagna, impiegando una retorica violenta su coloro che “avvelenano il
sangue” degli Usa.
Infine, Trump chiarisce la sua leadership sul Senato americano: via alle nomine per la sua amministrazione e per la
magistratura bypassando l’approvazione della camera alta americana. Il nuovo leader del Senato “dovrà accettare” questa possibilità.
Stefania Losito