Quasi due anni dopo il colpo di mano estivo, sul quale ci fu una retromarcia solo dopo durissime critiche, i consiglieri della Regione Puglia hanno intenzione di riproporre l’introduzione del Tfm, il trattamento di fine mandato. Una sorta di liquidazione che era stata abolita nel 2012 per la spending review ma che, nel frattempo, quasi tutti i consigli delle altre regioni hanno ripristinato. La Puglia lo fece di soppiatto ad agosto del 2021, ma poi fu costretta a fare marcia indietro dopo feroci polemiche. Se ne riparlo’ a fine anno ma anche in quel caso non se ne fece nulla. Ora invece c’è l’intenzione di riprovarci. La proposta arriva dal Pd. Due anni fa si era previsto di accantonare una mensilità (circa 7.000 euro lordi) per ogni anno di permanenza in Consiglio per ognuno dei 51 consiglieri. Ossia 35 mila euro per consigliere per una legislatura di 5 anni. La proposta attuale, firmata da tutti i capigruppo della maggioranza, ricalca quella idea. “L’ammontare dell’indennità è fissato nella misura dell’ultima mensilità lorda percepita, moltiplicata per ogni anno di mandato”. E soprattutto è retroattiva al 2013. In totale l’esborso per le casse regionali sarebbe insomma di più di 3, 7 milioni. I consiglieri contribuirebbero con una trattenuta del 24%. Per molti consiglieri, che temono di non essere rieletti anche a causa della riduzione da 50 a 40 del numero dei componenti dell’assemblea dalla prossima legislatura (causato dal calo della popolazione pugliese al di sotto dei 4 milioni), si tratta di una possibilità di monetizzare il più possibile. In vista di metter mano anche alla legge elettorale per attenuare pure gli effetti di quest’ultima novità.
Mauro Denigris