Da 30 anni a 18 anni di reclusione per la suocera della vittima e altre due persone
La Corte di Assise di Appello di Bari ha ridotto da 30 anni a 18 anni di reclusione la condanna inflitta nei confronti dei tre imputati accusati di aver architettato la morte di un familiare, Girolamo Perrone, di 24 anni, facendolo investire da un’auto per ottenere il risarcimento dall’assicurazione.
I tre imputati, Anna Masciopinto, suocera della vittima, il fratello della Masciopinto, Vito D’Addabbo, che guidava l’auto che uccise il giovane, e il pregiudicato Rocco Michele Caringella sono stati ritenuti responsabili dei reati di omicidio volontario premeditato e truffa assicurativa.
La vicenda contestata risale al 5 ottobre 2016. Oggi in udienza per la prima volta i tre hanno confessato il delitto. Le indagini dei carabinieri partirono dopo l’incidente stradale, avvenuto sulla provinciale Adelfia-Cassano delle Murge. I militari trovarono sul posto D’Addabbo, conducente della Fiat Punto responsabile del sinistro, il quale riferì di aver investito un pedone che aveva improvvisamente attraversato la strada. La vittima morì dopo alcuni giorni a causa delle gravi ferite riportate.
Gli accertamenti, supportati da intercettazioni telefoniche e ambientali e dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, hanno consentito di ricostruire la vicenda. Ad organizzare il finto incidente sarebbe stato Caringella, con precedenti specifici per truffe, insieme con la donna. I tre imputati furono arrestati nel gennaio 2018 e sono tuttora detenuti. Nel processo era costituita parte civile la società assicurativa Allianz, assistita dall’avvocato Luca Italiano, che ha ottenuto il risarcimento danni.
Michela Lopez