Il presidente russo, Vladimir Putin, ha accusato l’Ucraina di “crimini neonazisti” in occasione del Giorno della Memoria delle vittime della Shoah. “Dimenticare le lezioni della storia”, ha affermato il numero uno del Cremlino, “porta al ripetersi di terribili tragedie. La prova è data dai crimini contro i civili, dalla pulizia etnica e dalle azioni punitive organizzate dai neonazisti in Ucraina”. “È contro questo male”, ha aggiunto Putin, “che i nostri soldati stanno coraggiosamente combattendo”. Il suo portavoce, Dimitri Peskov, ha invece affermato che il presidente americano, Joe Biden, ha la chiave per porre fine al conflitto, ma non vuole farlo. Peskov ha poi aggiunto che l’ex presidente Trump ha in un certo senso ragione quando, riferendosi alle forniture di carri armati occidentali, ha affermato che prima arrivano i tank e poi le testate nucleari. “Si può concordare con queste parole, nel senso che c’è un’escalation delle tensioni”, ha concluso Peskov.
Intanto nella giornata di ieri le forze russe hanno lanciato 70 missili contro l’Ucraina in 44 diversi attacchi aerei. A riferirlo sono state fonti di Kiev, aggiungendo che Mosca ha utilizzato anche missili ipersonici Kinzhal, mentre l’Agenzia internazionale per l’energia atomica ha parlato di esplosioni anche vicino alla centrale nucleare di Zaporizhzhia.
Vincenzo Murgolo