È salito a undici il numero dei morti nell’attacco condotto dalle forze armate russe contro Kryvyi Rih, la città natale del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Lo hanno reso noto le autorità locali dopo che il bombardamento russo era cominciato nelle prime ore del mattino. Sui social il capo dell’Amministrazione regionale di Dnipro, Sergiy Lysak, ha spiegato che l’operazione di ricerca delle vittime e soccorso è stata completata e che ora è in corso lo smantellamento delle macerie. “Altri missili terroristici, gli assassini russi continuano la loro guerra contro edifici residenziali, città ordinarie e persone”, ha scritto su Telegram lo stesso Zelensky, aggiungendo che “i terroristi non saranno mai perdonati e saranno ritenuti responsabili di ogni missile che lanciano”.
Intanto casi di colera ed escherichia coli si sono verificati nella regione di Kherson, sotto il controllo ucraino, dopo le inondazioni provocate dall’esplosione della diga di Kakhovka. Lo ha reso noto il capo dell’Ispettorato statale per l’ambiente dell’Ucraina, Oleg Pavlenko, spiegando che l’acqua è stata contaminata da carburanti, fertilizzanti e pesticidi. L’acqua dei pozzi nelle aree inondate ora può essere usata solo dopo le analisi, mentre le autorità hanno vietato la pesca e la vendita di pesce.
Secondo il giornale americano ‘Wall Street Journal’, l’amministrazione statunitense potrebbe fornire a Kiev proiettili di uranio impoverito come equipaggiamento dei carri armati Abrams che gli Stati Uniti stanno per inviare in Ucraina. A rivelarlo sono stati funzionari statunitensi citati anonimamente dal giornale.
Vincenzo Murgolo