“In una autocrazia diamo al sovrano pienezza assoluta dei poteri per salvarci tutti, quindi pieni poteri in caso di successo, ma anche totalità delle responsabilità in caso di fallimento”. Lo ha scritto su Telegram il filosofo Alexander Dugin in un duro attacco a Vladimir Putin dopo la ritirata a Kherson. Il post (di 2 giorni fa) è stato tuttavia rimosso e Dugin ha fatto subito un passo indietro affermando:“ L’Occidente ha iniziato a far credere che io e i patrioti russi ci siamo rivoltati contro Putin dopo la resa di Kherson, chiedendo presumibilmente le sue dimissioni. Questo non proviene da nessuna parte e si basano su un mio presunto messaggio cancellato”.
Dugin ha quindi attaccato l’elite al potere: “Se abbiamo qualche lamentela da fare, ènei confronti dell’elite al potere, che sta già correndo in giro e tradendo la Guida Suprema, uno ad uno. Solo noi, i patrioti russi e il popolo russo, gli siamo fedeli”.
Intanto Kiev dice no ai negoziati: ‘Impossibile trattare ora’. E il presidente Zelensky illustra i prossimi passi: “Non dimentichiamo nessuno, non lasceremo nessuno indietro. Verremo in tutte le nostre città e villaggi del Donbass. Vedremo sicuramente le forze ucraine incontrare le bandiere ucraine in Crimea, che tengono lì e ce ne saranno centinaia per le strade il giorno della liberazione”.
Da Mosca arriva la replica e l’avvertimento: l’ex presidente Medvedev ha affermato: “Continueremo a riprenderci i territori russi, non abbiamo ancora usato tutto l’arsenale, c’è tempo”. “Ricordiamo – ha aggiunto alludendo al ritiro da Kherson – che noi stiamo cercando di salvare il più possibile le vite dei nostri militari e civili mentre i nostri nemici no. E qui sta la nostra grande differenza morale con loro”.
Michela Lopez