Oggi sei giovani della campagna Fondo Riparazione, promossa da Ultima Generazione, hanno spruzzato sulla facciata della Basilica di san Marco a Venezia del Nesquik, con gli estintori, e hanno lanciato fango sulle colonne. I sei raccontano di aver svolto “un’azione di disobbedienza civile a Venezia. Con un lungo comunicato i promotori spiegano nei dettagli il gesto compiuto a Venezia. “Hanno poi srotolato lo striscione con scritto ‘Fondo Riparazione’ e un cartello con le foto dei dodici cittadini di Ultima Generazione che sono rimasti in carcere per tre giorni, dopo un blocco stradale a Fiumicino – si legge nel documento – prima di ricevere oggi la misura cautelare di obbligo di dimora”. Nella nota si sottolinea che “le parole di Papa Francesco nei confronti dei Governi e delle élite del fossile non sono meno severe delle nostre, altrettanto lucida è la consapevolezza dello scenario di miseria e guerre che ci prospetta il futuro”.
Vengono poi riportate le frasi di uno dei responsabili del gesto.
Una di loro ha dichiarato durante l’azione: “Ho 17 anni ed anche oggi sono qui per chiedere un Fondo Riparazione permanente per le vittime del collasso climatico. Siamo qui a Venezia non a caso perché questa città tra meno di 20 anni sarà completamente sott’acqua. Noi amiamo Venezia – conclude l’attivista – e non vogliamo che venga distrutta, come tutto il resto del mondo. Noi protestiamo in modo non violento, non facciamo del male a nessuno ma veniamo arrestati, come i dodici cittadini di Ultima Generazione che sono in carcere ingiustamente da tre giorni”.
Sono tutti italiani, giovani tra i 20 e i 34 anni, le persone fermate dalla Digos di Venezia. Gli attivisti saranno denunciati pe danneggiamento sempreché non si ravveda un’altra accusa nell’indagine coordinata dal pm lagunare Roberto Terzo.
Dentro gli uffici della questura i sei sono tranquilli e avrebbero detto ai poliziotti: “Noi siamo i soli fortunati a vedere ancora la Basilica di San Marco” e perorando le lotte sul clima hanno denunciato che “questo è l’ultimo campanello
d’allarme”.
Secondo quanto si è appreso, da ambienti vicini agli inquirenti, la polizia ha sequestrato agli attivisti due estintori che sono stati modificati per poter spruzzare fango e altro liquido, oltre a uno striscione.
“Non può definirsi, come nelle intenzioni degli eco-vandali, un allarme antincendio, ma un gesto vile e inqualificabile.
Uno sfregio a uno dei simboli più illustri del patrimonio culturale nazionale che va sanzionato con fermezza”. Lo dice il
ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. “Il Senato ha approvato il disegno di legge varato dal governo che punisce gli eco-vandali costringendoli a pagare di tasca propria il ripristino delle opere. Attendiamo il via libera definitivo della Camera. Chi danneggia paga economicamente in prima persona”.
Intanto sono stati convalidati gli arresti delle dodici persone in carcere da lunedì. È caduta l’imputazione per attentato alla sicurezza dei trasporti, però rimane l’accusa di violenza privata. È stato emesso l’obbligo di dimora” per tutte le persone arrestate dopo il blocco stradale dell’A12 a Fiumicino”. Lo comunica Ultima Generazione dopo l’udienza al tribunale di Civitavecchia.
“Quello che cerchiamo non è uno scontro, ma un confronto: ci poniamo in una posizione di vulnerabilità, ci mettiamo la faccia, usiamo una comunicazione non violenta pur portando le nostre istanze, restiamo aperte al dialogo”, le parole di Beatrice, 23 anni, una delle attiviste arrestate.
Stefania Losito