Arriva dall’Unesco il primo sì alla cucina italiana patrimonio dell’umanità. Nelle scorse ore l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura ha reso pubblica la valutazione tecnica del dossier di candidatura della cucina italiana: l’organo degli esperti mondiali Unesco consiglia l’iscrizione della cucina italiana nella Lista dei patrimoni culturali immateriali dell’umanità. La decisione finale, di tipo politico, sarà assunta dal Comitato intergovernativo dell’Unesco che si riunirà in India a New Delhi dall’8 al 13 dicembre.
La candidatura promuove la cucina italiana come un insieme di pratiche sociali, riti e saperi locali, che vanno oltre le singole ricette e celebrano la convivialità e la trasmissione delle tradizioni. Si valorizzano anche i principi di stagionalità, qualità degli ingredienti e rispetto delle tradizioni locali.
La candidatura è stata presentata a marzo 2023 dai ministeri dell’Agricoltura e della Cultura.
Qualora il giudizio tecnico dovesse essere confermato a dicembre dal Comitato politico di New Delhi, la cucina italiana sarebbe la prima cucina al mondo ad ottenere, nel suo complesso, il riconoscimento Unesco.
“La valutazione tecnica pubblicata oggi ci dice che il dossier è ben fatto ed è coerente con gli obiettivi dell’Unesco”, evidenzia Pier Luigi Petrillo, professore alla Luiss Guido Carli e curatore del dossier di candidatura. “Occorre però tenere conto che questo primo sì non deve creare illusioni – aggiunge l’esperto giurista – perché il Comitato intergovernativo che si riunirà in India a dicembre ha la possibilità di rivedere completamente la decisione”. Tra le decisioni pubblicate oggi dall’Organizzazione delle Nazioni Unite ci sono anche quelle relative allo Yodel svizzero, al Son cubano, agli Origami giapponesi, al vino passito cipriota, alla passione di Cristo in Messico.
Stefania Losito
