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Unioni civili, le “canzonette” mobilitano il mondo della cultura e dello spettacolo

L’idea di inoltrare ai parlamentari un appello perché approvino la legge sulle Unioni civili è venuta proprio da Sanremo. I cantanti che impugnavano i nastri tricolore hanno convinto il mondo della cultura a mobilitarsi. E così un appello a favore della legge è stato firmato da oltre 400 esponenti della cultura, dello spettacolo, dell’editoria. Tra i cantanti le firme di Tiziano Ferro, Jovanotti, Pausini, Zucchero, Ramazzotti, Noemi, Emma, Gazzè, Arisa, Zilli, Dolcenera, Ayane. Nella lettera si chiede anche l’approvazione della norma sull’adozione del figlio del partner.
Questo il testo dell’appello

“Onorevoli membri del Parlamento italiano,
la legge Cirinnà rappresenta, oggi, l’occasione storica di fare un primo passo verso il riconoscimento di diritti civili e umani fondamentali.
È tardi per perdersi in strategie politiche, si sta parlando delle vite concrete di milioni d’italiani in estenuante attesa di esistere agli occhi dello Stato. Siamo fuori tempo massimo, come hanno chiaramente indicato la Corte Costituzionale e la Corte Europea dei Diritti Umani.
La legge Cirinnà è già frutto di numerosi compromessi con un Parlamento che, in nome di una presunta difesa dell’infanzia, sceglie di ignorare i bambini italiani che oggi crescono privati dei loro diritti.
Se comparata alle leggi vigenti nei Paesi a noi vicini e affini, questa legge, oltre ad arrivare ultima in Europa occidentale, garantisce il minimo dei diritti alle persone LGBT. Un minimo oltre il quale non si può sconfinare, perché significherebbe approvare una legge di facciata o peggio lesiva, rimandando al mittente il riconoscimento di legittimità di milioni d’italiani e delle loro famiglie.
Accorgersi di un’ingiustizia e correggerla a metà, significa perpetuarla. È insufficiente non essere razzisti, omofobi o sessisti, è necessario essere operosi nella lotta contro il razzismo, l’omofobia o il sessismo, combatterli ovunque si celino, soprattutto attraverso gli strumenti legislativi in mano al Parlamento.
Un Paese dove tutti i cittadini, di là dal genere, razza, o orientamento sessuale, godono di pari opportunità, è un Paese più ricco, produttivo e felice. Il prezzo dell’esclusione lo paga la società intera.
Abbiamo oggi l’occasione di fare la Storia, chiediamo pertanto la celere approvazione della legge Cirinnà nella sua completezza, permettendo all’Italia di unirsi al resto d’Europa e di sempre più Paesi del mondo nel riconoscimento di diritti fondamentali a tutti i suoi cittadini.”

Maurizio Angelillo

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