
“Di fronte a questo mondo pieno di odio e di guerre, dove sembra essere tornati alla legge della giungla, noi celebriamo la vita, l’amore e la pace”: è il messaggio che Vasco Rossi lancia, attraverso una intervista a La Stampa, pubblicata nel giorno di Pasqua. Il rocker di Zocca, che aprirà il suo tour il 31 maggio a Torino, si sofferma sul momento storico ma legandolo anche al passato, al 25 Aprile. E’ “un’epoca di cambiamenti e di turbamenti, di guerre e valori rovesciati, di capi di stato impazziti, e di dittatori sanguinari confermati. Mi sento come tutti, stranito. Viviamo davvero un periodo molto buio. Oggi – continua – al potere c’è l’ignoranza. Resistenza è un concetto chiave. Arrendersi a oltranza è una forma di resistenza al sopruso e all’ignoranza. Ma la resistenza ai soprusi è sacrosanta. L’avevo detto che stava arrivando una valanga di ignoranza. Ma io sono felice di portare gioia e anche amore con i miei concerti. Perchè poi, le mie canzoni sono degli atti di amore. C’è amore dentro la provocazione perché deve risvegliare le coscienze”. Vasco ricorda anche il padre, che fu insignito della medaglia d’Onore alla memoria per essersi rifiutato di combattere con i nazisti. E fu mandato al campo di concentramento di Dortmund. “Ha preferito il lager piuttosto che arrendersi al nazifascismo e combattere con i tedeschi contro gli italiani – ha spiegato – aveva fatto amicizia con un compagno che gli aveva salvato la vita. Si chiamava Vasco”.
Il Blasco afferma poi di aver scelto da qualche tempo di fare “pratica della consapevolezza. Ho cominciato concentrandomi sul respiro fino a che c’è un attimo nel quale resto senza pensieri. A quel punto provo un senso di pace e gioia. Nella mente noi anticipiamo il futuro e diventiamo ansiosi, ricordiamo il passato e soffriamo. Esiste solo il presente, l’adesso. Essere presenti nel qui e ora, questo insegna la filosofia orientale”. E a questo proposito, Rossi sottolinea che proprio “secondo la filosofia orientale, la resistenza è quello che fa soffrire e l’accettazione porta alla pace. Ma l’accettazione non significa resa, significa comprensione”.
Il tour di Rossi, già soldout, parte il 31 maggio: “quest’anno, il filo rosso che unisce tutti i pezzi della
scaletta è vita. Voglio una vita spericolata, anzi sono una vita spericolata. Insomma, la vita in tutte e forme e accezioni. Mai come quest’anno, è il caso di celebrarla”.
Mauro Denigris