
Nel giorno della memoria anche Vasco Rossi condivide la sua testimonianza sulla Shoah. Un ricordo tramandato dal padre, “uno di 650mila internati militari in Germania, che si opposero al Nazi – Fascismo e si rifiutarono di combattere per Hitler. Quando gli americani bombardarono il lager – si legge nel lungo post affidato ai social-, lui cadde in una buca e il suo compagno Vasco lo tirò su di peso e papà gli disse: se un giorno avrò un figlio, lo chiamerò come te…”.
Un’esperienza traumatica che spinse il papà di Vasco a scrivere un diario per non dimenticare e tramandare il ricordo dell’orrore vissuto di persona. “Mio padre teneva un diario. L’ho riletto;. Raccontava di lavori forzati di botte e niente cibo… In particolare era toccante la storia della la morte di un prigioniero, malato, che non riusciva ad alzarsi per lavorare e per tre giorni fu fatto alzare a suon di botte e infine ucciso a bastonate da un kapò italiano, di cui papà scrive nome e cognome. Non aveva studiato, mio padre non era mica uno scrittore ma aveva visto i suoi compagni morire di fatica e di botte: cose talmente terribili che voleva testimoniarle. E io le ho assorbite. Non riesco a vedere i film sui campi di sterminio, e sulla Shoah, non ho visto neppure Schindler’s List”.
Michele Paldera