“E’ stata la mano di Dio” di Sorrentino fa incetta di premi
“L’evenement” della regista francese Audrey Diwan vince il Leone D’Oro al festival del cinema di Venezia. La giuria è stata presieduta da Bong Joon Ho e composta da Saverio Costanzo, Virginie Efira, Cynthia Erivo, Sarah Gadon, Alexander Nanau e Chloe’ Zhao.
Il film racconta la storia di una giovane brillante universitaria (Anamaria Vartolomei) che nella Francia di inizio anni ’60 con l’aborto ancora illegale è determinata a non proseguire la gravidanza per seguire la sua strada. Sa di rischiare la prigione, la vergogna del suo ambiente e la sua stessa vita ma va avanti.
All’Italia non è andata male. “E’ stata la mano di Dio”, il film Amarcord di Paolo Sorrentino vince il Leone d’Argento, Gran Premio della Giuria (il secondo premio per importanza). “Il buco” film pieno di silenzi e natura, di Michelangelo Frammartino ottiene il Premio speciale della Giuria.
Il film di Sorrentino si porta a casa anche il Premio Marcello Mastroianni con Filippo Scotti, attore di teatro e tv al suo primo film, che interpreta il regista napoletano giovane anche grazie a una somiglianza davvero straordinaria.
Il western dai tempi lenti di Jane Campion, ambientato in Montana nel 1920, “The power of the dog” vince il Premio per la migliore regia. La Coppa Volpi femminile va a Penelope Cruz, una delle due “Madres parallela” di Pedro Almodovar, mentre quella maschile a John Arcilla, protagonista del film più lungo (oltre tre ore) e folle della Mostra: “On the job: the missing” del regista filippino Erik Matti.
Il premio alla sceneggiatura va a “The Lost daughter” esordio alle regia di Maggie Gyllenhaal con protagonista Olivia Colman.
Altro premio per l’Italia è il Leoncino D’oro andato a “Freaks out” di Gabriele Mainetti.
Si tratta di un premio attribuito da Agiscuola, che ha premiato il film del regista romano con questa motivazione: “Un’imprevedibile atmosfera conquista lo spettatore proiettandolo in un mondo tanto spettacolare quanto catastrofico. Tra tendoni da circo e campi da guerra, quattro protagonisti, nella loro diversità, esprimono la necessità di essere umani. Un’opera innovativa e coraggiosa, che racchiude in una grande avventura fra sogno e realtà, tutto l’amore per il cinema”.
Angela Tangorra
Immagini dal profilo Instagram La Biennale