“Il progetto del partito unico con Italia Viva è naufragato per la semplice ragione che Renzi ha ripreso direttamente in mano Italia Viva due mesi fa e non vuole rinunciarvi. Legittimo anche se contrario alle promesse elettorali. Amen”. Lo scrive su Twitter il leader di Azione Carlo Calenda.
“È stato un brutto spettacolo – aggiunge -: attacchi personali, a cui non abbiamo mai risposto, e notizie false distribuite ad arte. Noi non facciamo politica così. Da domani riprenderemo con Azione. Il lavoro per la costruzione di un partito liberale, popolare e riformista. Avanti!”.
Da parte sua, Matteo Renzi, poche ore prima, aveva affermato di non vedere motivi di rottura, e di ‘polemiche inspiegabili in queste ore dentro il Terzo polo’, assicurando che la Leopolda continuerà. Poi un appello finale: “Basta polemiche, rimettiamoci al lavoro tutti insieme. Noi ci siamo, consapevoli della responsabilità verso tanta gente che ci chiede di tornare a sognare, non di volare rasoterra”. Ma evidentemente non è stato ascoltato e ha ripiegato su un comunicato dell’ufficio stampa di Italia Viva: “Interrompere il percorso verso il partito unico è una scelta unilaterale di Carlo Calenda. Pensiamo che sia un clamoroso autogol ma rispettiamo le
decisioni di Azione”.
La storia del “partito unico che Renzi non vuole fare” era venuta fuori in una nota di Striscia la Notizia, il cui inviato Enrico Lucci ha intercettato stamattina Calenda e gli ha chiesto aggiornamenti sull’accordo con Matteo Renzi per il partito unico con Italia Viva. “Perché non vuole farlo?”, lo incalza Lucci. “Perché vuole tenersi soldi e partito di Italia Viva e non si può far nascere, da due partiti, tre partiti: diventa ridicolo”, risponde Calenda. Che aggiunge: “Non so se oggi ci sarà una nuova riunione, ma lui non viene alle riunioni. Non ci ho parlato, perché lui parla solo con Obama e Clinton”.
Il leader di Azione torna sul tema qualche ora dopo, parlando con i giornalisti. “Mi sembra che la partita sia chiusa,
ne abbiamo parlato anche troppo – spiega – dovevamo fare il passo avanti promesso agli elettori, cioè chiudere i due partiti e farne un unico. Renzi ci ha proposto di farne sì un altro ma mantenendo aperti quelli che ci sono; questo avrebbe generato una cacofonia, un suono incomprensibile e gli abbiamo detto di no, che così non va bene, così non si può fare”. “Io vengo da giorni in cui a fronte di questioni politiche che ho posto, ho ricevuto insulti di ogni genere. C’è adesso da prendersi un momento di calma, tornerà Azione a fare questo lavoro, cioè la costruzione di un grande partito riformista, liberale e popolare, e resta Iv che è guidata da Renzi – prosegue – questo è il fatto vero: Renzi che doveva fare un passo indietro, due di lato, cinque di sopra e uno di sotto, ha ripreso a dicembre, ha esautorato tutto il gruppo che stava lavorando alla federazione tra Azione e Iv. Fine, è nel suo diritto ancorché contraddice quello che ha promesso agli elettori”.
Alla domanda se si farà un partito liberal-democratico, Calenda ha replicato: “Tutto si farà con Azione, Matteo Renzi
farà il suo percorso: fine. Rimarremo, io spero, negli stessi gruppi parlamentari a fare l’ottimo lavoro che stiamo facendo. Però sono due partiti distinti, fanno una alleanza sui temi se è il caso, ma non sono lo stesso partito. Rimangono due partiti separati di cui uno ha la mia leadership ed uno ha la leadership di Matteo Renzi”.
Stefania Losito