Sono i papà a vegliare su Marisol e Giulia, le due vittime più piccole del terremoto. Le mamme sono ricoverate in ospedale. Marisol, 2 anni, Giulia, 9 anni. La mamma di Giulia sI è fatta trasportare in barella dinanzi alla bara bianca della sua bambina. Il terremoto gli ha concesso soltanto la vita della seconda figlia, Giorgia, 5 anni, estratta viva dopo 16 ore. Sulla bara di Giulia il vigile del fuoco Andrea ha posato una lettera: “Ciao piccola, ho solo dato una mano a tirarti fuori da quella prigione di macerie. Scusa se siamo arrivati troppo tardi, purtroppo avevi gia smesso di respirare ma voglio che tu sappia da lassù che abbiamo fatto tutto il possibile per tirarvi fuori di lì. Quando tornerò a casa mia a l’Aquila saprò che c’è un angelo che mi guarda dal cielo e di notte sarai una stella luminosa. Ciao Giulia, anche se non mi hai conosciuto. Ti voglio bene “. Poco distante dalle bare bianche c’è Patrizia a vegliare sul marito e gli anziani genitori: in una manciata di secondi è rimasta sola. Frammenti di vite spezzate, macerie.
Il bilancio, l’ultimo, è di 290 morti, ma il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, parla ancora di altri dispersi, una decina di concittadini che mancano all’appello. Oggi giornata di lutto nazionale e il primo funerale di Stato ad Ascoli Piceno per le vittime di Arquata del Tronto. Saranno presenti il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, il premier Matteo Renzi, i presidenti di Camera e Senato. Un’altra cerimonia religiosa, senza salme, si svolgerà mercoledì ad Amatrice. Intanto la terra continua a tremare. Ieri una scossa di magnitudo 4.8 ha causato nuovi crolli ad Amatrice e reso insicuro il Ponte a “Tre Occhi”, importante via di accesso al paese. E’ stata chiusa per una frana la carreggiata in direzione Roma della Salaria nei pressi di Pescara del Tronto, la frazione di Arquata cancellata dal sisma.
Maurizio Angelillo