L’Agenzia italiana del farmaco ha approvato la decisione di rendere gratuita la pillola anticoncezionale per le donne di tutte le fasce d’età, con un costo totale per lo Stato stimato in 140 milioni di euro l’anno. Approvata anche la gratuità della profilassi pre-esposizione contro il virus dell’Hiv, la cosiddetta Prep.
Immediata la reazione di Maria Rachele Ruiu, membro del direttivo di Pro Vita & Famiglia: “Non c’è nulla di più pericoloso per la salute delle donne che banalizzare temi che impattano sulla loro pelle, come aborto, contraccezione, gender e prostituzione. In questo quadro è altrettanto grave e pericolosa la decisione dell’Aifa di rendere la pillola anticoncezionale gratuita”, ha spiegato. “Come è possibile conciliare la pillola contraccettiva ‘libera e
gratuita’ – si domanda – come panacea di tutti i mali, senza sottolineare i gravi effetti collaterali fisici e psicologici
che possono portare fino a depressione e istinti suicidari?”. Pensiero opposto quello invece della capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, Luana Zanella: “Finalmente, una decisione attesa e giusta. La gratuita’ della pillola anticoncezionale autorizzata dall’ Aifa e’ un grande passo che rafforza l’autodeterminazione delle donne”, ha commentato.
LA PILLOLA ABORTIVA IN USA, LA DECISIONE DELLA CORTE SUPREMA – la Corte Suprema americana ha sospeso le
restrizioni alla pillola abortiva, di fatto garantendo l’accesso al farmaco, mentre la battaglia legale prosegue. “Continuerò a battermi contro gli attacchi alle donne guidati dalla politica”, promette il presidente Biden, impegnandosi a continuare a “difendere l’indipendenza della Food and Drugs Administration e la sua autorità ad approvare e regolare i medicinali”.
Soddisfatta anche Planned Parenthood, la principale associazione americana per la pianificazione familiare: la
decisione è una “buona notizia. La questione resta però sempre la stessa: l’accesso al mifepristone non avrebbe mai dovuto essere in pericolo”.
La decisione della Corte Suprema non è stata unanime ed ha colto di sorpresa doversi osservatori, considerato che i saggi sono a maggioranza conservatrice dopo le tre nomine decisa da Donald Trump. A dissentire pubblicamente sono stati i giudici Clarence Thomas e Samuel Alito, che avrebbero fatto scattare le restrizioni all’accesso stabilite dai tribunali.
L’amministrazione “non ha mostrato” che uno stop avrebbe creato “danni irreparabili”, ha scritto Alito. Al primo test dopo il capovolgimento della storica sentenza Roe v. Wade, che ha legalizzato l’aborto negli Stati Uniti, la Corte Suprema targata Trump ha sorpreso nell’ aver optato per mantenere l’accesso al mifepristone.
Con la bocciatura dell’aborto da parte dei saggi, la battaglia in molti Stati repubblicani si è spostata sui farmaci
usati per le interruzioni di gravidanza. Il giudice del Texas, Matthew Kacsmaryk, conservatore nominato da Donald Trump, ha stabilito agli inizi di aprile la sospensione del mifepristone per ragioni di sicurezza, sposando la causa di alcuni medici e gruppi pro vita con una decisione che metteva in dubbio l’autorità della Fda di approvare farmaci. L’amministrazione Biden ha presentato subito appello contro una decisione che di fatto bloccava in tutto il Paese la popolare pillola abortiva – usata in più della metà delle interruzioni di gravidanza negli Stati Uniti – e lo scontro è arrivato alla Corte Suprema.
Stefania Losito