Sono oltre duemila i morti causati dalla scossa di terremoto di magnitudo 7.0 che ha colpito una zona a 70 chilometri da Marrakech. Migliaia i feriti, di cui moltissimi in gravi condizioni.
La scossa ha messo in ginocchio la città vicina all’epicentro, procurando il crollo di antiche mura e di un minareto. Devastata la kasbah nello storico quartiere ebraico della Medina. “Sembrava fossimo stati colpiti da una bomba, abbiamo perso tutto”, ha raccontato ai media locali una residente di Mellah. Sempre nella Medina le parti più fragili delle mura che circondano il centro storico sono crollate e hanno ceduto alcune abitazioni.
Sono almeno 400, a quanto si apprende, gli italiani presenti nella zona colpita. Alcuni di loro sono rientrati oggi a Roma da Casablanca. “Ci è andata bene”, ha dichiarato uno di loro, “Eravamo in albergo a Casablanca quando c’è stato il terremoto e pensare che il giorno prima eravamo proprio a Marrakech dove eravamo andati per visitare la Mecca”. Nelle prime ore dopo la scossa il capo dell’Unità di crisi della Farnesina, Nicola Minasi, aveva rassicurato tutti circa le condizioni degli italiani presenti in Marocco al momento del sisma. Tra loro anche una famiglia rimasta bloccata su un passo montano dell’Atlante. “Sono arrivate le ruspe che stanno lavorando per liberare la strada. Non so se ce la faranno entro la sera, speriamo”, ha dichiarato una componente del nucleo familiare.
A Marrakech il Centro regionale trasfusionale ha lanciato un appello urgente per le donazioni di sangue a sostegno delle vittime del terremoto. Ogni sforzo è teso a garantire il successo delle operazioni di soccorso, e gli ospedali della città sono mobilitati per fornire tutte le cure mediche necessarie ai feriti.
Vincenzo Murgolo