“Una guerra che non si conclude col conseguimento della pace comporta il rischio costante di nuove violenze”, ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in visita istituzionale in Corea, al confine tra Corea del Sud e del Nord. “Qui si è svolta una pagina cruciale della storia”, ha ricordato Mattarella riassumendo il senso di una sua visita a Panmujeon, il luogo simbolo dell’armistizio tra le due Coree. Ma ancor più di quell’incredibile fascia demilitarizzata che taglia completamente in due la penisola coreana, dividendo tutt’oggi un popolo che ancora cura le ferite di una guerra sanguinosa durata dal 1950 e 1953 e che ha provocato oltre due milioni di morti.
Il presidente della Repubblica è stato all’interno del piccolo edificio di legno, dentro la zona della zona de-militarizzata
che è l’unico punto di incontro tra le due nazioni. “Qui si comprende come una guerra che non si è mai conclusa con il conseguimento della pace comporta il rischio costante di nuove violenze e quanto qui viene fatto ha il respiro della storia, è particolarmente importante per evitare esplosioni di violenza ulteriori”. Si tratta di una lunghissima barriera di 250 chilometri (larga quattro) che ancora oggi divide militarmente le due Coree che, raggiunto l’armistizio nel 1953, non sono mai riuscite ad arrivare ad un Trattato di pace.
La Corea del Sud è un Paese che ha saputo allontanarsi da una serie di regimi militari autoritari, certamente democratico per gli standard asiatici, in cui vige un presidenzialismo forte e governato oggi da un capo di Stato di
destra. Fortemente liberista nell’economia ma conservatore nei costumi fino al punto di avere limitazioni nel campo dei diritti umani e soprattutto nell’espressione digitale. Certamente meglio della Corea del nord, il cui dittatore si chiama Kim Jong-un, ma anche al Sud il patriarcato resiste nonostante il movimento femminista sia in crescita anche con alcune frange che esprimono programmi radicali. La crescita economica è da anni tumultuosa tanto da collocare la Corea del sud al quarto posto tra le potenze asiatiche, dopo Giappone, Cina e India. Ma dall’altro lato non si può non registrare come alcune leggi, come il National Security Act, criminalizzino i discorsi a sostegno del comunismo o della Corea del Nord, oppure che la pornografia online sia vietata dallo Stato.
La missione di Mattarella è in linea con la scelta del Quirinale di rappresentare l’Italia anche in Asia. E’ infatti la quarta compiuta da Mattarella nella regione dopo quella in Cina nel 2017 e le due in Indonesia e Vietnam nel 2015.
La visita si e’ aperta con la deposizione di una corona di fiori al cimitero nazionale di Seul dove si ricordano le
centinaia di migliaia di vittime della terribile guerra che insanguino la penisola dal 1950 al 1953. Quindi, prima dei
colloqui politici, il presidente ha visitato il Museo nazionale della Corea.
Con il presidente della Repubblica di Corea, Yoon Suk – yeol, Mattarella potrà parlare di rapporti bilaterali e di rapporti
economici ma anche di tutti i principali dossier internazionali, dall’Ucraina al conflitto israelo-palestinese. La Corea del sud ha un grande peso specifico nella regione ed inoltre dal primo gennaio 2024 siedera’ nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite come membro non permanente.
Stefania Losito