“Mi sono comportata come si dovrebbe comportare un leader europeo perché mi sono chiesta se la traiettoria fosse giusta”. Con queste parole, in una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera, la presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, ha motivato il voto contrario di Fratelli d’Italia alla rielezione di Ursula Von der Leyen alla presidenza della Commissione europea. “Siccome non posso dire di considerarla giusta soprattutto sul alcune materie sulle quali i cittadini hanno chiesto un cambio di passo”, ha spiegato la premier, “ho fatto quello che mi pareva più giusto. Se decidi di dire sì solo per fare quello che fanno gli altri non fai il lavoro che compete a un leader”.
Meloni ha poi sottolineato una distinzione, a suo dire, importante: “Ho schierato l’Italia nel Consiglio europeo astenendomi sul mandato a Von der Leyen, suggerendo a tutti di tenere in considerazione l’indicazione emersa dalle urne. Giovedì, invece, ho schierato il mio partito, all’interno di un voto parlamentare, sul programma politico della prossima Commissione. È una distinzione fondamentale”. Non è mancata una stoccata alle opposizioni. “Il Movimento 5 Stelle”, ha sottolineato Meloni, “mi insulta perché ho votato come loro, il Partito Democratico perché non ho votato come loro dopo aver loro stessi minacciato di non sostenere Von der Leyen se si fosse azzardata a dialogare con me. E tutti insieme insultano i partiti del centrodestra per aver votato in modo difforme, esattamente come loro”. “Penso”, ha poi aggiunto la premier, “di aver fatto una scelta di coerenza, non sulle mie posizioni, ma rispetto alle europee. Il tema non è Von der Leyen sì o no, il tema è quali siano le priorità di cui l’Europa deve occuparsi”.
All’Europa, secondo Meloni, “è mancata spesso la politica, che è visione e decisione. La ragione per la quale le cose rischiano di non funzionare nei prossimi anni è che il metodo scelto per indicare gli incarichi di vertice può compromettere entrambe le cose”. “Se cerchi di mettere insieme tutto e il contrario di tutto, alleando forze politiche che non la pensano allo stesso modo su nulla”, ha aggiunto, “rischi di non avere una visione chiara”. “L’Italia”, ha poi sottolineato Meloni, “è un Paese fondatore dell’Unione, uno dei più grandi e influenti Paesi europei. Il nostro compito è contribuire a tracciare una rotta, non assistere in silenzio a cosa accade. Questa è stata la scelta di altri, ma non la condivido. Se porti la logica maggioranza-opposizione, che dovrebbe riguardare solo il Parlamento al livello degli incarichi apicali, pensati dai padri fondatori come ruoli neutri che garantissero tutti gli Stati membri, produci il rischio di ulteriori divisioni e dunque una maggiore difficoltà nel decidere”.
Vincenzo Murgolo