Il capo di Hamas, Ismail Haniyeh, è stato ucciso in un raid israeliano contro la sua residenza a Teheran. Haniyeh era capo dell’ufficio politico di Hamas dal 2017. “L’assassinio del comandante Ismail Haniyeh è un atto codardo e non passerà sotto silenzio” ha detto Musa Abou Marzouk, uno dei maggiori dirigenti di Hamas. Con il leader è stata uccisa anche una guardia del corpo. Le Guardie rivoluzionarie iraniane hanno dichiarato che “stanno indagando sull’incidente della morte”. “Il sangue del leader di Hamas assassinato Ismail Haniyeh non sarà sprecato”, assicura il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Nasser Kanaani,
citato dalle agenzie iraniane. “Il desiderio di mio padre è stato esaudito”, quello di morire da “martire”. “Siamo in una
rivoluzione e in una battaglia continua contro il nemico, e la resistenza non finisce con l’assassinio dei leader”. Lo dice
Abdul Salam, figlio del leader di Hamas. La Commissione sicureza e politica estera dell’Iran ha tenuto una sessione straordinaria questa mattina per discutere la questione.
Intanto, tre giorni dopo il massacro di bambini drusi a Majdal Shams, nel Golan settentrionale, la risposta israeliana contro Hezbollah è arrivata. Una potente esplosione ha colpito in serata la roccaforte dei miliziani sciiti filoiraniani a Beirut e sarebbe rimasto ucciso Fuad Shukr, numero due delle milizie di Hassan Nasrallah.
Stefania Losito