
L’analisi dell’ultimo rapporto Legacoop-Ipsos
Più di 4 italiani su 10 descrive il proprio lavoro con almeno una connotazione negativa: “impegnativo”, “stressante”, “faticoso”, “distaccato”. Emerge dall’ultimo Rapporto dell’Area Studi Legacoop-Ipsos.
I disagi sono avvertiti con più intensità dal ceto popolare e dai 31-50enni. Ma quattro lavoratori su 10 non sentono di poter esprimere la propria personalità nel lavoro svolto; un dato particolarmente sentito dagli appartenenti al ceto popolare (61%), dai lavoratori a bassa scolarizzazione (52%), dagli under 30 (49%). Secondo il report inoltre il 55% dei lavoratori si sente più realizzato nelle attività fuori dal contesto lavorativo ed un’altra dinamica rilevante è quella dell’esaurimento emotivo da lavoro: 4 lavoratori su 10 si sentono emotivamente esausti a causa del loro lavoro almeno qualche giorno a settimana. Meno avvertito, invece, il condizionamento che il lavoro può esercitare sulla vita privata. Il 65% ritiene che il lavoro non interferisca negativamente con la propria vita personale e familiare. Al contrario, il 34% degli italiani è soddisfatto.
“Il lavoro, da motore di dignità e sviluppo, si sta trasformando sempre più in un fattore di insoddisfazione e alienazione” – afferma Simone Gamberini, presidente di Legacoop – “Il lavoro, oggi, rischia di diventare una trappola di fatica e frustrazione. Stress, alienazione e insoddisfazione dilagano, colpendo soprattutto chi dovrebbe essere nel pieno della propria vitalità professionale”. Serve un impegno comune delle istituzioni e delle parti sociali per costruire contesti lavorativi che riconoscano e valorizzino le persone, restituendo senso e prospettiva stabile e sicura al loro impegno quotidiano. Il senso di questo primo maggio, sempre più attuale, è che non c’è futuro senza lavoro dignitoso e sicuro.”