È stato trovato senza vita nella sua abitazione
È morto improvvisamente nella sua casa di montagna a Magognino, vicino Stresa, il regista Paolo Beldì, 66 anni, anima di tante trasmissioni di Fabio Fazio, come “Quelli che il calcio”, “Anima Mia” e i Festival di Sanremo, ma anche di Adriano Celentano e di tantissimi altri.
Il regista era atteso al circolo di Levo per seguire la partita della nazionale italiana contro il Belgio, ma non si era fatto vedere. A dare l’allarme è stata un’amica. Nato nel 1954, avrebbe compiuto 67 anni il prossimo 11 luglio.
Novarese, figlio di un pubblicitario, Beldì aveva esordito come comico in radio per poi passare alla regia negli anni 80 nella neonata Fininvest per programmi di intrattenimento e sportivi da Banzai a Mai dire Mundial, lui super appassionato di calcio e tifoso sfegatato della Fiorentina. Nello stesso periodo firma come autore le musiche originali di “Drive in” per quattro anni con Roberto Negri ed esordisce nel varietà grazie ad Antonio Ricci che lo chiama a dirigere prima Lupo solitario e dopo Matrjoska. Negli anni Novanta passa alla Rai, regista tra gli altri di “Svalutation” con Celentano.
Proprio con una trasmissione Rai, “Diritto di replica” insieme a Fabio Fazio e Sandro Paternostro, verrà fuori quella che sarà sempre la sua firma: l’indugio sui dettagli, da un calzino abbassato a una scarpa, particolari che creano il caso come quando riprese uno spettatore addormentato nella platea di Sanremo. Trent’anni di carriera e tanti successi. Sua la regia di tre Festival di Sanremo, i due condotti da Fazio e poi nel 2006 per Panariello. Ha scritto anche tre libri, il primo nel ’96 (“Perche’ inquadri i piedi?”) dedicato proprio alla sua scelta di curare i particolari, gli altri alla sua passione viola.
Michela Lopez