Le fiamme continuano a divorare il sud Italia, soprattutto la Sicilia e la Calabria, dove vasti incendi stanno bruciando migliaia di ettari di area boschiva. Nei prossimi giorni, poi, in particolare sabato prossimo, alla vigilia di Ferragosto, saranno 17 le città indicate con il bollino rosso dal Ministero (Ancona, Bari, Bologna, Bolzano, Brescia, Cagliari, Campobasso, Firenze, Frosinone, Latina, Napoli, Palermo, Perugia, Rieti, Roma, Trieste e Viterbo). E con le temperature record di questi giorni rimane massima l’allerta in tutta la Penisola, dove sono in arrivo anche tre canadair francesi attraverso il meccanismo di Protezione civile europeo.
In Sicilia, già in ginocchio, nuovi roghi sono divampati in provincia di Palermo. Ad essere colpite, ancora una volta, le montagne delle Madonie, nelle zone di Polizzi Generosa, Castellana Sicula e Geraci. Tornano a bruciare anche la zona delle Petralie, e il sindaco di Petralia Soprana, Pietro Macaluso, fa la conta dei danni: una decina di cittadini intossicati e più di cento persone evacuate. “Le Madonie sono state colpite in modo chiaro. Alle favole crediamo quando siamo piccoli”, accusa Macaluso. Anche nel parco dell’Etna arrivano le fiamme: a Linguaglossa, in provincia di Catania, un’area boschiva è stata divorata dal fuoco. L’incendio ha distrutto anche alcuni vigneti e casolari di agricoltori. Intanto a Pergusa, in provincia di Enna, le fiamme hanno raggiunto la riserva naturale. Almeno sei i punti dai quali il fuoco si è sviluppato avvolgendo tutta la conca pergusina. Il bagliore dell’incendio era visibile nella notte anche da Enna.
E continua a bruciare anche la Calabria. “Sono 59 i roghi attivi. Un dato in diminuzione rispetto alla giornata di ieri,
ma la situazione continua a essere grave” ha detto il presidente della Regione Calabria, Nino Spirlì. Le più colpite sono le zone del Reggino: da Cardeto a Grotteria, da Mammola a San Luca e Cittanova. E la Regione ha chiesto al Governo la dichiarazione dello stato di emergenza.
Nelle prossime ore il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio sarà in Calabria per fare il punto con le autorità locali e provvedere alle prime richieste che arrivano dal territorio.
Allarmanti i numeri forniti dalla Società italiana di geologia ambientale (Sigea): in Italia, dall’inizio dell’anno, sono bruciati circa 110.000 ettari di terreno, un’area grande quanto 145 mila campi da calcio: il quadruplo rispetto ai 28.479 ettari arsi, in media, ogni anno dal 2008 al 2020. Finora nella Penisola sono scoppiati oltre 400 incendi di grandi dimensioni (oltre i 30 ettari), contro una media di 224 nel periodo 2008-2020. “L’Ue – spiega Massimiliano Fazzini, Coordinatore del Team sul Rischio Cambiamento Climatico della Sigea, climatologo e docente dell’Università di Chieti – sta bruciando a un ritmo doppio rispetto agli anni scorsi e che Grecia ed Italia comandano questa drammatica classifica. Senza ricordare lo straziante bilancio degli animali selvatici che hanno perso la vita: circa 2.000.000”.
Stefania Losito