E’ stato un vero e proprio trasferimento di proprietà l’atto con cui il Comune di Bari, nel 1896, concesse ad Antonio Petruzzelli il suolo di corso Cavour per edificare un teatro (“l’occupazione gratuita e perpetua della superficie di suolo pubblico ai fini della edificazione di un teatro”, ndr). La Corte d’Appello di Bari, dopo anni di battaglie giudiziarie, ha deciso perciò che il Teatro Petruzzelli appartiene agli eredi Messeni Nemagna. Il Comune, che in autotutela con una delibera del giugno 2010 se ne dichiarò proprietario, dovrà restituirlo alla famiglia. Il sindaco Antonio Decaro incontrerà martedì prossimo il ministro per i Beni culturali, Dario Franceschini, per affrontare la questione che potrebbe mettere in discussione la stagione teatrale da poco inaugurata e le attività della Fondazione e del Comune già programmate. Ma i giudici, che hanno dato ragione agli eredi sulla proprietà, li hanno contestualmente condannati a restituire allo Stato i costi sostenuti per la ricostruzione del teatro dopo l’incendio, quantificandoli in oltre 43 milioni di euro, “posto che – si legge nella sentenza – il complesso immobiliare, sostanzialmente distrutto e non utilizzabile in conseguenza del rogo del 1991, ha potuto recuperare il suo antico splendore e, soprattutto, piena funzionalità, soltanto grazie al corposo ed esclusivo sostegno economico pubblico”.
“La nostra città – dice Decaro – ha già sofferto per troppi anni l’assenza del suo palcoscenico piu’ prestigioso, e oggi questa pronuncia rischia di riportare Bari indietro di trent’anni, privandola non solo di una programmazione culturale finalmente all’altezza delle sue ambizioni, ma anche di una realtà che in questi ultimi anni è diventata un simbolo indiscutibile della nostra rinascita”. Gli stessi giudici, poi, nell’ambito di un distinto procedimento, hanno depositato anche un’altra sentenza che riguarda il teatro, pronunciandosi sulla validità del protocollo d’intesa sottoscritto nel novembre 2002 tra proprietà ed enti locali che ne regolamentava i rapporti, stabilendo che la ricostruzione del teatro sarebbe toccata alla parte pubblica e che, una volta ricostruito, la fondazione poteva gestirlo per 40 anni pagando 500 mila euro all’anno alla famiglia Messeni Nemagna. I giudici, accogliendo il ricorso della Regione in sede di giudizio di rinvio dalla Cassazione, hanno dichiarato inefficace anche quel protocollo.
Stefania Losito