Il Cd? Il file? Macchè, ritorna sua maestà il vinile, il disco conservato nell’album, opera d’arte nell’opera d’arte con foto che hanno segnato la storia della musica, confezioni che hanno ricoperto le pareti di chiunque ami la musica. Ingombrante, è vero, ma magico come il fruscio del giradischi, del piatto e della puntina, preziosa circondata da mille misteri e attenzioni. Nel mondo dunque torna di moda il vinile, sconosciuto a intere generazioni digitali che sembrano gradirlo anche se i mezzi per ascoltarli scarseggiano a meno che non vi sia qualche residuato bellico nel garage del papà o dello zio. Di qui la decisione di Panasonic di rimettere in produzione il giradischi Technics Sl-1200. Secondo le prime indiscrezioni il motore non sarà composto da materiali ferrosi che provocavano il fruscio. Peccato, ma il digitale ha affinato e raffinato l’udito dei consumatori e la qualità del suono. Tuttavia per i nostalgici c’è sempre la speranza di un graffietto sul disco per sporcarlo. Nel 2015, negli Usa, le vendite dei vinili sono aumentate del 30 per cento (circa 12 milioni di copie), a fronte di una riduzione del dell’11 per cento dei cd e del 3 per cento dei brani digitali, che comunque restano i prodotti musicali quantitativamente più venduti, assieme alle nuove formule come Spotify.
Maurizio Angelillo