Come richiesto da Fiorello, il direttore de l’Osservatore risponde alla provocazione di Lauro che si è battezzato sul palco del festival
“Chiamati in causa da Fiorello alla cui simpatia non si può esistere, eccoci qui a dire la nostra, come richiesto, su Achille Lauro. In punta di piedi. Perché Sanremo è Sanremo. L’Osservatore è l’Osservatore”. Con queste parole il direttore Andrea Monda ha commentato il gesto di Achille Lauro di auto battezzarsi sul finale della sua canzone ieri sera al festival di Sanremo.
“Volendo essere a tutti i costi trasgressivo, il cantante si è rifatto all’immaginario cattolico. Niente di nuovo. Non c’è stato nella storia un messaggio più trasgressivo di quello del Vangelo. Da questo punto di vista difficilmente dimenticheremo la recita del Padre Nostro, in ginocchio, di un grande artista rock come David Bowie. Non ci sono più i trasgressori di una volta”.
Sull’argomento battesimo, era intervenuto anche il cardinale Ravasi. Il presidente del Pontificio Consiglio della cultura, come ogni anno, ha commentato le canzoni del festival. ”II Battesimo è il più bello e magnifico dei doni di Dio. Lo chiamiamo dono, grazia, unzione, illuminazione, veste d’immortalità, lavacro di rigenerazione, sigillo, e tutto ciò che vi è di più prezioso”, ha dettoli cardinale. Non cita Achille Lauro, ma evidentemente si riferisce a lui. L’apprezzamento del Monsignore è andato a Massimo Ranieri. In un tweet ha postato alcuni versi della canzone “Lettera di là dal mare”: “Questo mare / troppo grande per non tremare”.
Angela Tangorra