A Mosca sono le ore della parata per il Giorno della Vittoria in ricordo della fine della Seconda Guerra mondiale. Atteso il discorso del presidente Putin, che ieri in un messaggio inviato ai leader delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk ha detto di combattere contro la “feccia nazista”. “E – ha detto – come nel 1945, vinceremo”. Oggi è anche la Festa dell’Europa. Gentiloni: “teniamocela stretta”.
Intanto il premier ucraino Zelensky chiede al G7 che i russi si ritirino “da tutta l’Ucraina” e i leader riaffermano che Putin “non deve vincere” perche’ “ha violato l’ordine internazionale basato sulle regole, in particolare la Carta delle nazioni Unite, concepita dopo la Seconda Guerra Mondiale per risparmiare alle successive generazioni la piaga della guerra”. Occidente e Giappone si impegnano a mettere al bando il petrolio russo, sebbene con gradualità, e preparano ulteriori sanzioni.
Tra le cinque misure annunciate dal G7 c’è infatti anche la progressiva emancipazione dall’energia russa, a partire dal
bando dell’import del petrolio russo in modo “in modo tempestivo e ordinato”, garantendo al mondo il tempo per garantirsi forniture alternative. Ma l’Ue fatica a trovare un accordo: slitta ancora il via libera dei rappresentanti permanenti dei 27 dell’Ue al sesto pacchetto di sanzioni contro Mosca, che comprende l’embargo graduale al petrolio russo. Tra le altre azioni indicate dal G7, il divieto di “fornire servizi chiave da cui dipende la Russia”, misure contro il settore bancario, lotta alla “propaganda di regime” del Cremlino, sanzioni contro le élite finanziarie russe e i loro familiari. I leader hanno promesso anche che “non risparmieremo alcuno sforzo perché Putin, gli architetti e i complici di questa aggressione, compreso il regime di Lukashenko, rispondano delle loro azioni in base alla legge internazionale”. Il G7 ha infine denunciato che la guerra “sta mettendo la sicurezza alimentare globale sotto forte stress” e ha chiesto a Mosca di “porre fine al suo blocco e a tutte le altre attività che impediscono la produzione
e l’esportazione di cibo dell’Ucraina, in linea con i suoi impegni internazionali”, minacciando che “se non lo farà, questo
sarà visto come un attacco alle forniture alimentari globali”.
“Sono sicuro che questa giornata in Ucraina (ieri, in riferimento alla visita della first lady Usa Jill Biden e del premier canadese Justin Trudeau a Kiev, ndr) ha dimostrato che siamo già una parte a tutti gli effetti del mondo libero e di un’Europa unita – ha detto Zelensky – Questo è un evidente contrasto con la solitudine di Mosca nel male e nell’odio che tutti vedranno alla parata”.
Trudeau ha annunciato ulteriore assistenza militare all’Ucraina per un importo di 50 milioni di dollari canadesi (circa 41 milioni di dollari USA) e ha annunciato nuove sanzioni contro gli oligarchi russi e quelli vicini al regime di Putin.
Il presidente del Consiglio Mario Draghi domani incontrerà il presidente Biden alla Casa Bianca. Al centro del colloquio gli aiuti all’Ucraina, le sanzioni contro Mosca e la corsa per l’indipendenza dal gas russo, nella prima visita negli Stati Uniti del presidente del Consiglio nella veste di capo del governo. Intanto in Italia si allarga il fronte che spinge per una soluzione negoziale alla guerra Mosca-Kiev e comincia ad esprimere perplessità proprio sulla posizione di Nato e Usa. Di Maio: “Dobbiamo supportare l’Ucraina e il suo esercito per la sua legittima difesa e allo stesso tempo l’Italia continuerà a lavorare per la pace. Ma non possiamo pensare di fornire armi per colpire il suolo russo”.
Stefania Losito