“La priorità assoluta” è liberare “le regioni di Donetsk e Lugansk, riconosciute dalla Federazione Russa come Stati indipendenti” e “l’obiettivo è spingere l’esercito ucraino fuori dalle due regioni”, dice il ministro degli Esteri russo Lavrov durante un’intervista sull’emittente televisiva francese Tf1. Alla domanda se la Russia intenda annettere il Donbass, Lavrov risponde: “Non si tratta di annessione. E’ un’operazione militare chiesta dalle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk”. Secondo Lavrov, le porte per la ripresa del dialogo con l’Occidente sono ancora aperte. E il presidente turco Erdogan annuncia che oggi intende telefonare a Putin e a Zelensky per invitarli a “utilizzare tutti i canali del dialogo e della diplomazia” per fermare la guerra.
Intanto le forze russe avanzano verso il centro di Severodonetsk. Sergei Gaidai, capo della regione di Lugansk, dice che i “soldati russi uccisi non vengono portati via, l’odore di decomposizione ha riempito la zona”.
Dopo il fallimento delle trattative di ieri, “penso che nel pomeriggio potremo offrire un accordo ai capi di Stato e di governo”. Lo ha detto l’Alto rappresentante Ue per la politica estera Josep Borrel a Radio Info parlando delle trattative per decidere l’embargo di petrolio russo nel sesto pacchetto di sanzioni alla Russia. Nonostante il veto dell’Ungheria (che oggi potrebbe non esserci, sostiene Borrell) “alla fine ci sarà un accordo”. “La parola embargo non è esatta”, precisa l’Alto rappresentante Ue, si vuole “fermare l’acquisto del petrolio russo da parte dei paesi europei”, “bisogna decidere all’unanimità quindi ci sono trattative”.
A Borrell è stato chiesto se per l’intesa al Consiglio europeo sullo stop al petrolio russo potrebbe avvenire vietando le importazioni del greggio per nave e non quelle per oleodotto. “Sì – ha risposto – ma non solo l’Ungheria, la Repubblica Ceca e la Slovacchia rappresentano il 7 o 8 per cento delle importazioni di petrolio dalla Russia”. “Si tratta di difficoltà particolari, quindi penso che dovremmo davvero andare avanti cercando una soluzione dando loro più tempo per adattarsi”, ha concluso.
Poi Borrell, in vista del vertice europeo a Bruxelles, ha aggiunto che “Vladimir Putin usa il grano come arma di guerra”. “Ci sono 20 milioni di tonnellate di grano immagazzinate in Ucraina che dovrebbero essere esportate” e poi “si deve far spazio nei magazzini per il prossimo raccolto”, ha sottolineato. Sulle vie per l’esportazione del grano ucraino “dobbiamo trovare una strada alternativa, la rotta marittima è molto difficile”, “stiamo lavorando”.
Intanto arriva in Italia il terzo attacco hacker da parte del collettivo filorusso Killnet. “Un colpo irreparabile all’Italia” è minacciato dopo gli attacchi delle ultime settimane sui quali cui indaga la Procura di Roma.
Stefania Losito