Resta sospeso in Italia il procedimento a carico dei quattro 007 egiziani accusati di aver sequestrato, torturato e ucciso Giulio Regeni nel 2016 al Cairo. La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso della Procura di Roma contro la decisione del gup che l’11 aprile scorso aveva sospeso il procedimento. “Attendiamo di leggere le motivazioni ma riteniamo questa decisione una ferita di giustizia per tutti gli italiani – commentano i genitori del ricercatore, Paola e Claudio Regeni, assistiti dall’avvocato Alessandra Ballerini – ‘abnorme’ è certamente tutto il male che è stato inferto e che stanno continuando a infliggere a Giulio. Come cittadini non possiamo accettare né consentire l’impunità per chi tortura e uccide”.
Nel ricorso il procuratore aggiunto Sergio Colaiocco sollecitava un intervento di “chiarezza” agli ermellini per superare quanto disposto dal giudice per le udienze preliminari che, rifacendosi a quanto deciso dalla III Corte d’Assise nell’ottobre scorso, ha sancito che il processo non puo’ andare avanti in quanto mancano le notifiche agli imputati.
Con l’impugnazione i magistrati di piazzale Clodio avevano chiesto alla Cassazione di chiarire se risulta sufficiente, per
la celebrazione del processo, il fatto che “vi è una ragionevole certezza – come scrive la corte d’Assise nel provvedimento con cui ha rinviato il procedimento all’attenzione del gup – che i quattro imputati egiziani hanno conoscenza dell’esistenza di un procedimento penale a loro carico avente ad oggetto gravi reati commessi in danno a Regeni”.
Nell’aprile scorso il giudice, alla luce della totale chiusura delle autorità egiziane nella collaborazione giudiziaria, ha
affidato una nuova delega ai carabinieri del Ros per effettuare ulteriori ricerche aggiornando l’udienza al prossimo 10 ottobre.
Nei mesi scorsi i genitori del ricercatore friulano hanno lanciato un appello via social per chiedere una mobilitazione al fine di individuare gli indirizzi dei quattro aguzzini. Un post su Fb, pubblicato in tre lingue (italiano, inglese ed arabo), in cui sono state inserite anche le foto di tre imputati individuate dal Ros.
Stefania Losito