“Abbiamo aspettato 21 anni per avere un piano e ora finalmente, grazie all’ottimo lavoro fatto da Agcom, siamo pronti: bisogna agire”, dice Paolo Salvaderi, amministratore delegato di Radiomediaset, che fa il punto sulla rivoluzione digitale radiofonica che prevede il trasferimento delle stazioni italiane dall’analogico (Fm) al digitale (Dab). “Il piano Dab+ è pronto – continua Salvaderi – Agcom ha riservato molta attenzione al nostro settore ed ha fatto un lavoro di grande professionalità tecnica e trasparenza verso noi operatori e ora finalmente la banda III VHF è stata liberata: non ci sono ostacoli o ragioni per attendere”.
Il piano Dab+ prevede appunto che le radio nazionali inizino a trasmettere su tutto il territorio in digitale. Le frequenze, a seguito del refarming della banda 700, non sono più occupate. “E’ un piano – spiega Salvaderi – che soddisfa gli editori nazionali e, con ulteriori interventi che l’Autorità ha apportato in vista della pubblicazione, ci saranno risorse sufficienti anche per le radio locali avremo un Pnaf (piano di assegnazione frequenze ndr) che darà al sistema certezza e stabilità”.
Il piano quindi c’è ma va, soprattutto, attuato con i tempi corretti. Pensare, come fa qualcuno, di spegnere l’Fm a favore del Dab in maniera rapida si rivelerebbe un boomerang: “La nostra normativa – avverte Salvaderi – è molto chiara: prima il Piano Dab e poi si ragionerà tutti insieme su eventuali interventi che investiranno la FM. La modulazione di frequenza è ancora il nostro mercato, quello in cui facciamo business. E prima di intervenire bisognerà analizzare tutte le possibili ricadute che potrebbero esserci”.
Un rischio elevato quello dell’abbandono repentino della modulazione di frequenza richiesto soprattutto dagli Stati che si affacciano sull’Adriatico che premono per uno shwitch off immediato e ipotizzano uno spegnimento di antenne Fm. “Gli impianti oggi attivi nel nostro paese – continua Salvaderi – sono tutti utili e necessari per il servizio, per la copertura capillare del nostro territorio. E’ azzardato definirli inutili da chi il nostro territorio non lo conosce. Ci vogliono prove e studi. Segnalerei poi che questi impianti sono attivi da decine di anni. E’ incredibile che solo oggi risultino inutili e ridonanti. Mi meraviglia che, dall’estero, qualcuno voglia decidere sia la pianificazione della FM che la struttura delle nostre reti”. E in effetti è proprio così, pensare di riformare la rete Fm con una trentina d’anni di ritardo è controproducente, meglio sarebbe dare il via libera all’attuazione del piano Dab+ e in pochi anni avere sull’intero territorio nazionale un perfetto segnale digitale anche per il settore radio.
“Abbiamo appreso – conclude Salvaderi – che potrebbero esserci tentativi di inserimento di norme per l’FM addirittura nell’emanando decreto legge sugli aiuti per la crisi energetica. Sarebbe gravissimo anche alla luce dei diritti costituzionali sulla libertà di impresa e di stampa”.