Alcuni di noi sono stati contagiati dagli “zombie” ma siamo ancora qui e vinceremo. Così il garante del movimento 5 Stelle Beppe Grillo sul suo blog. “Non esiste un vento favorevole per chi non sa dove andare, ma è certo che per chi va controcorrente il vento è sempre sfavorevole. Sapevamo fin dall’inizio di dover combattere contro zombie che avrebbero fatto di tutto per sconfiggerci o, ancor peggio, contagiarci. E così è stato – scrive Grillo – alcuni di noi sono caduti, molti sono stati contagiati. Ma siamo ancora qui, e alla fine vinceremo, perché abbiamo la forza della nostra precarietà: siamo qui per combattere, non per restare, e questa nostra diversità è spiazzante per gli zombie di cui Roma è schiava”.
“Onore a chi ha servito con coraggio e altruismo, auguri a chi prosegue il suo cammino! Stringiamoci a coorte! L’Italia ci sta chiamando”, è l’appello che lancia il garante cinnquestelle. E il riferimento è anche alla decisione di non abolire la regola del tetto al doppio mandato che costa lo stop a fico, Taverna, Crimi e altri. lo stesso presidente del Movimento Giuseppe Conte poi ribadisce che “la deroga solo per alcuni rischiava di innescare una logica da ‘fedelissimi di Conte’, mentre io voglio fedelissimi del M5S”. Il leder 5Stelle assicura che i veterani “hanno confermato di voler far politica anche senza avere uno scranno – sottolinea – troveremo il modo di avvalerci delle loro competenze”.
Intanto il leader di Azione, Carlo Calenda, che ha incassato le entrate nel movimento di Gelmini e Carfagna, avverte: “Non possiamo sbagliare la decisione sulla corsa in coalizione al centro o con il Pd – scrive su twitter – da questa decisione dipende la possibilità di contendere la vittoria, che non reputo affatto certa, alla destra e di dare al paese un governo decoroso. Le variabili sono molte e complesse. La cosa più naturale per noi sarebbe il modello Roma. Anche
perché la decisione del PD di tenere dentro partiti che non hanno votato la fiducia a Draghi e ex 5S non ci convince per
nulla – si legge ancora – però la legge elettorale è quella che è, e la campagna dura un mese. Entro lunedì decideremo”.
Mariastella Gelmini, in un’intervista, spiega la decisione di aver aderito ad Azione come un “nuovo inizio”. “Dopo i venti
anni in Forza Italia, lo devo al presidente Draghi col quale ho collaborato per 17 mesi, al Presidente della Repubblica, agli italiani. E anche agli elettori di FI che non hanno condiviso la decisione di far cadere il governo”, spiega la ministra per gli Affari regionali. A proposito degli attacchi dei suoi ex compagni di partito, commenta: “Se un partito perde
tre ministri di un governo che ha sostenuto, qualche domanda dovrebbero farsela. E come un disco rotto ripetono che dovremmo dimetterci… Peccato che le Camere siano sciolte: da cosa dovremmo dimetterci?”, sottolinea. FI, attacca, “ha lasciato le impronte digitali sulla caduta” del premier Draghi “solo per inseguire i calcoli elettorali di Salvini”. Il partito di Berlusconi, insiste, “avrebbe dovuto distinguersi dalla Lega, invece l’appiattimento è stato totale”. Ora, spiega, la
cosiddetta ‘agenda Draghi’ deve essere portata avanti: “Ho aderito ad Azione perché Calenda non ha avuto la benché minima esitazione ad indicare la necessità di proseguire su quella strada. Il manifesto di Azione è proiettato sulle imprese, sulle partite Iva, sui lavoratori: quei mondi per i quali mi sono sempre impegnata in politica”.
Stefania Losito