Sarebbe la Gran Bretagna la responsabile dei sabotaggi al Nord Stream avvenuti a fine settembre e dell’attacco avvenuto la scorsa settimana alla base della flotta russa del Mar Nero a Sebastopoli, in Crimea. Sono le accuse lanciate dal Cremlino per quelli che definisce “atti terroristici”. Mosca promette adeguate risposte. E anche l’Italia viene chiamata in causa per un presunto coinvolgimento nei combattimenti in Ucraina. In un’intervista al canale tv Ovalmedia, cosi’ come rilanciata dai canali social dell’ambasciata russa, l’inviato di Mosca Serghei Razov sembra non escludere che Roma abbia inviato anche suoi uomini in Ucraina, in particolare nel Donbass. Ma successivamente l’ambasciata ha precisato che il diplomatico si riferiva all’invio di “cannoni usati per bombardare Donetsk, che
potrebbero essere anche di produzione italiana”, anche se non vi e’ certezza, non di persone.
Le accuse di Mosca su un presunto ruolo di Londra negli attacchi al Nord Stream e a Sebastopoli fanno parte del “manuale di distrazione dalla realta’” usato dal Cremlino, ha replicato invece un portavoce del premier britannico Rishi Sunak. Mentre l’Ue ha definito le dichiarazioni “un’accusa del tutto infondata”.
A frenare le pesanti polemiche il vice primo ministro Alexander Novak ha sottolineato che “non ci sono ancora documenti ufficiali” sul sabotaggio al Nord Stream 1 e 2 e l’ispezione alla quale la Gazprom e’ stata autorizzata “e’
ancora in corso”. Ma il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, parla già di possibili rappresaglie. “Queste azioni – ha
denunciato – non possono essere lasciate passare. Ovviamente penseremo ai nostri prossimi passi”.
Dmitri Medvedev evoca nuovamente “la guerra mondiale” ed il possibile uso dell’arma atomica, esclusa la settimana scorsa da Putin. “L’obiettivo di Kiev – ha affermato l’ex presidente su Telegram – e’ il ritorno di tutti i territori che in precedenza le appartenevano. Questa e’ una minaccia all’esistenza stessa del nostro Stato e una ragione diretta per l’applicazione della clausola 19 dei Fondamenti della politica della Federazione Russa nel campo della deterrenza nucleare”.
Le accuse russe a Londra si estendono anche ad un presunto ruolo di “consulenti militari britannici” nell’attacco della
settimana scorsa a Sebastopoli, che ha portato all’uscita della Russia dall’accordo per le esportazioni di cereali dai porti
ucraini del Mar Nero, mediato dalla Turchia. Per rientrare nell’intesa, ha detto il presidente Vladimir Putin parlando al
telefono con il suo omologo turco Recep Tayyip Erdogan, la Russia chiede un’inchiesta su quanto successo e che Kiev dia “garanzie di sicurezza”.
Stefania Losito