Oggi esce “Ragazzi madre” e dopo dieci anni di musica e progetti sempre diversi Lauro è pronto per trascorrere sei mesi negli Usa
“Con questo documentario si apre e si chiude un cerchio, un percorso di 10 anni di musica e dischi totalmente diversi, 5 Sanremo, ora è il momento di aprirne uno nuovo”. Queste le parole che ha usato Achille Lauro per presentare il suo docufilm “Ragazzi madre – l’Iliade”, all’Anteo di Milano.
La proiezione racconta la nascita dell’artista, che a 13 anni ha seguito il fratello lasciando un padre con il quale il rapporto era difficile, spogliandosi dei panni di Lauro De Marinis per diventare Achille Lauro. Sull’incipit di questa scelta, sofferta, il 33enne ha spiegato di essere “molto riservato, ma non te ne vai a 13 anni senza motivo”. Nonostante la fatica, i mesi bui in mezzo ai “bambini con il cordone ombelicale ancora attaccato” perché nutrano i “padri” delinquenti nei palazzoni, “nella comune dove ci crescevamo tra di noi”, Lauro racconta la sua ascesa. “Ho una visione tutta mia della vita – ha dichiarato parlando delle cadute lungo il percorso – il fallimento è alla base di tutto, cosa a cui i ragazzi italiani non sono più abituati rispetto ad altri Paesi”.
Ora è pronto per nuove esperienze che porteranno a nuovi progetti: partirà per gli Stati Uniti dove resterà sei mesi “per vivere l’America e per tante connections con altri artisti, niente Sanremo”.
Rispetto ai giovani cantautori che vivono la musica associata alla delinquenza, Lauro ha parlato di Milano, “una città dove le disparità sociali sono forti, e il contesto dove siamo pesa”.
Angela Tangorra