Le calciatrici della sezione giovanile non erano riuscite a partire a fine agosto e si nascondevano dai talebani
Hanno abbandonato il campo afgano le giocatrici dell’intera nazionale di calcio femminile dell’Afghanistan. Si sono rifugiate in Pakistan con i parenti. Sono in tutto 115 e sono arrivate ieri sera al confine di Torkham, dove sono state
accolte da un funzionario della Federcalcio pakistana. Il ministro federale pakistano per l’informazione, Fawad
Chaudhry, ha dato il benvenuto alla squadra, precisando che “le giocatrici erano in possesso di passaporti afghani validi”. Le calciatrici hanno subito le minacce dei talebani perché protagoniste del mondo dello sport, nonostante fossero donne. Inizialmente dovevano recarsi in Qatar, dove i rifugiati afgani sono stati ospitati in una struttura per la Coppa del Mondo FIFA 2022, ma sono rimaste bloccate dopo l’esplosione di una bomba all’aeroporto di Kabul il 26 agosto. La maggior parte della squadra era riuscita a lasciare il paese nell’ultima settimana di agosto dopo un accordo con il governo australiano, ma quella giovanile non aveva ancora potuto ottenere voli perche’ non aveva passaporti e altri documenti. Da allora, le calciatrici, si erano nascoste per sfuggire ai talebani. La fuga in Pakistan è stata avviata dalla ONG Football for Peace, con sede in Gran Bretagna, in collaborazione con il governo e la Federazione calcistica
pakistana di Ashfaq Hussain Shah, che non è però riconosciuta dalla FIFA.
Khalida Popal, ex capitano della squadra, in esilio, ha raccolto il grido d’aiuto delle sue ex compagne di squadra. Così sono partite le prime calciatrici della Nazionale a fine agosto. Con l’aiuto della Fifpro, il sindacato mondiale dei calciatori, Khalida ha promosso l’organizzazione di un aereo militare australiano per farle espatriare con visti umanitari. Le altre calciatrici, quelle delle giovanili, non sono riuscite a fuggire e con genitori e figli al seguito si spostavano da un posto all’altro senza preavviso per sfuggire alle milizie .
Stefania Losito