È sempre più critica la situazione in Afghanistan, con l’avanzata ormai inarrestabile dei Talebani verso la capitale Kabul. Ormai i governatori provinciali abbandonano le città senza opporsi. Intanto i miliziani assicurano che i diplomatici stranieri non verranno toccati. Il capo militare mullah Yaqoob, figlio del mullah Omar, ha chiesto ai combattenti di rispettare coloro che si sono arresi.
Per il momento le potenze occidentali non sembrano intenzionate a una nuova operazione militare dopo il ritiro delle truppe, bensì alcune nazioni si stanno organizzando per evacuare i diplomatici. È il caso proprio degli Usa, che hanno inviato 8 mila soldati per proteggere la loro ambasciata. “Siamo certamente preoccupati dalla rapidità dell’avanzata dei Talebani” ha detto il portavoce del Pentagono John Kirby.
Il ministro degli Esteri spagnolo, José Manuel Albares, ha annunciato l’inizio di un’operazione per far tornare in patria i connazionali che si trovano in Afghanistan e gli afghani che hanno lavorato per il Paese iberico. La Spagna, ha aggiunto, non riconoscerà un governo imposto con la forza.
Il Regno Unito, tramite il premier Johnson, difende la scelta americana di ritirarsi e annuncia che non ci sarà una nuova soluzione militare. Nel frattempo accoglierà i collaboratori afgani che hanno lavorato per le forze britanniche. L’Italia al momento prepara la difesa della propria ambasciata, ma non è esclusa l’evacuazione. Il presidente del Consiglio, Draghi, è in costante contatto con il ministro degli Esteri Di Maio e quello della Difesa Guerini.
Gianvito Magistà